Come funzionava?
print this pageda «Le Petit Journal. Supplément du dimanche» del 17 aprile 1904 (Bibliothèque nationale de France, ISSN 20190026)
Le prime centrali telefoniche, originariamente progettate sul modello di quelle telegrafiche, furono realizzate nel 1878 da Bell e nel 1879 da Edison. Erano a commutazione manuale, prevedevano cioè l'intervento di un operatore per mettere in comunicazione gli utenti tra loro. Le linee telefoniche terminavano ai tavoli di commutazione dove ogni utente era associato a una presa a jack.
Sin dalle sue origini la storia del telefono è stata caratterizzata dalla presenza di una nuova figura professionale femminile: la telefonista. Si trattava di un lavoro faticoso e soprattutto stressante per i continui disservizi e le frequenti proteste da parte degli utenti.
Nei centri minori, dove era sufficiente un unico tavolo di commutazione per collegare pochi utenti, il luogo di lavoro poteva coincidere con l’ambiente domestico. In molte aree periferiche del nostro Paese, soprattutto al Sud, i centralini manuali resistettero anche molti decenni dopo l’introduzione dell’automazione.
IL CENTRALINO MANUALE
Un primordiale centralino manuale, spesso installato in un ambiente domestico, funzionava attraverso il lavoro di un’operatrice che fisicamente collegava le linee di due utenti attraverso il pannello di commutazione.
I PRIMI APPARECCHI TELEFONICI A MANOVELLA E NON
I primi apparecchi telefonici, sia nella versione “da muro” che “da tavolo”, erano definiti a “batteria locale” poiché funzionavano grazie a una batteria contenuta in una cassetta di solito posta al di sotto dell’apparecchio o nelle immediate vicinanze. Per effettuare una chiamata occorreva prima di tutto girare la manovella che faceva partire l’avviso di chiamata al centralino e generava al contempo uno squillo della suoneria come prova dell’avvenuto avviso. Si portava quindi il ricevitore all’orecchio e, udita la voce della telefonista, si pronunciava il numero dell’utente desiderato o il nome dell’abbonato. Terminata la chiamata, si riappendeva il ricevitore. La telefonata si concludeva con qualche giro di manovella per attivare il segnale di fine chiamata. Dai primi anni del Novecento si arrivò a una semplificazione dell’apparecchio, che fu dotato di una sola cassetta grazie all’installazione di un’unica “batteria centrale” ubicata nella centrale telefonica, che consentiva l'alimentazione del microfono e l'eliminazione del generatore a manovella.
NEI RICORDI DI UN TESTIMONE
In molti centri minori, soprattutto nel Mezzogiorno d'Italia, ma non solo, il servizio telefonico funzionò attraverso la commutazione manuale fino al secondo dopoguerra. Nei centri maggiori, soprattutto al Nord, la commutazione automatica fu introdotta già a partire dagli anni Venti.