Immagini con dettagli

L’elaborazione digitale ha consentito di ottenere miglioramenti significativi della visibilità delle immagini anche in casi in cui la chiarezza della fotografia risultava, per lo meno in alcune delle sue parti, molto limitata o era così scarsa da risultare pressoché illeggibile. Ma i risultati più interessanti tale metodologia li ha forniti nell’attività di ricerca e gestione dei particolari delle fotografie.

Sono emersi così elementi architettonici che ad occhio nudo non risultavano leggibili nello sfondo, oggetti confusi nel paesaggio come l’affusto di cannone presente in una fotografia di Villa Savorelli, o persone che ad occhio nudo dell’immagine risultavano pressoché invisibili come il giovane vestito con una certa ricercatezza della fotografia “Batteria alla cinta aureliana”. Particolarmente soddisfacente è il modo in cui è emersa chiaramente la scritta presente sul muro nella fotografia “Antica Osteria Cucina” permettendo di leggervi l’articolo 5 del Preambolo della Costituzione francese del 1848.

 

Approfondimento

L’ipotesi di una condivisione degli ideali repubblicani da parte di Lecchi trova un significativo indizio nella scelta di fotografare la facciata dell’Antica osteria cucina dove è trascritto in lingua originale l’articolo quinto del preambolo alla Costituzione francese del 4 novembre 1848 che proclamava come la Repubblica francese rispettasse tutte le nazionalità straniere, non intraprendesse alcuna guerra di conquista e non avrebbe mai usato la propria forza contro la libertà di alcun popolo.

L’immagine sarà veicolata successivamente attraverso la litografia stampata da Carlo Soleil nel 1870 dove sono inseriti, per rendere più incisiva la scena, dei militari francesi. L’analisi digitalizzata della fotografia ha consentito di appurare che questa scritta non è stata aggiunta dal litografo ma corrisponde a quanto già presente nel calotipo di Lecchi. Questa fotografia costituisce la prova che egli fa propria la denuncia contro l’attacco francese. Fotografando una scritta, evidenzia, in un monito visivo, tutta la denuncia morale contro la spedizione francese. L’articolo 5 costituiva quasi l’emblema della protesta romana contro l’invasione francese.

All’analisi digitalizzata dei particolari dell’immagine relativa all’Aranciera di Villa Borghese, quella che appare una persona seduta su un cumulo di rovine sembra essere una donna «garibaldescamente» vestita In questo caso saremmo di fronte, pur se il condizionale è inevitabilmente doveroso, alla prima fotografia di una donna con evidenti simboli di fede patriottica apertamente vissuta ed espressa, se non di una combattente (Critelli 2004). Imbracciare le armi e combattere voleva dire essere cittadini pronti a morire per la patria mentre motivi, soprattutto pratici, condizionavano la struttura stessa del vestiario portando la combattente a mascolinizzarsi, a vestirsi in maniera da coniugare il bisogno di esibire la propria identità a esigenze pratiche che condizionavano la struttura stessa del vestito.

Desta curiosità ma al tempo stesso è interessante per la storia urbanistica e sociale di Roma è la fotografia che ritrae il cosiddetto Tempio di Vesta. Il dettaglio della base dell’edificio mostra un gruppo di persone in posizione di assoluto riposo. C’è chi è appoggiato a una colonna, chi è seduto sui gradini, chi addirittura sdraiato. L’unica persona in movimento è un sacerdote, riconoscibile per l’abito talare, che sta scendendo i gradini di quella che all’epoca era ancora la chiesa di Santa Maria del Sole. Nel complesso si assiste a una scena di vita quotidiana, dai ritmi lenti quasi paesana, in un’area che a quel tempo costituiva l’estrema periferia dell’abitato.

(Mario Bottoni)