Origine, sito, forma e dimensioni del monte del Purgatorio e dell'Inferno dantesco

immagine della copertina del libro 'Origine, sito, forma e dimensioni del monte del purgatorio e dell'infermo dantesco'

 

Origine, sito, forma e dimensioni del monte del Purgatorio e dell'Inferno dantesco

Roma, Tipografia della R. Accademia dei Lincei, 1916, 120 p., ill., 26 cm. Estratto da: Rendiconti, v. 25, fasc. 11.      BENIN.1023/1-20 (20 esemplari)       Misc.90.22      BENIN.533/12

Il saggio rappresenta un primo compendio della riflessione beniniana sul poema dantesco. In esso confluiscono (e in parte vengono ampliati o rivisti) i molti risultati parziali della ricerca precedente e si tenta una iniziale, provvisoria ricomposizione della vasta materia intorno alla geografia dei regni dell’Inferno e del Purgatorio.
La prima parte del ricco contributo è occupata dall’esegesi di un ampio passo del capitolo XXXIV dell’Inferno (vv. 88-126), nel quale Virgilio risponde alle domande del poeta e fornisce elementi utilissimi a ricostruire l’origine dei due regni ultraterreni. Dall’espressione e forse / per fuggir lui lasciò qui il luogo voto / Quella che appar di qua e in su ricorse il Benini deduce che il monte del purgatorio e il cavo dell’inferno hanno volume uguale.
Nella seconda parte, dedicata alla posizione del Purgatorio, Benini ribadisce la convinzione che il monte del Purgatorio sorga agli antipodi non di Gerusalemme, bensì del ‘Grande Sion’, ovvero del Sinai (cfr. Il grande Sion, il Sinai e il piccolo Sion), e che entrambi vadano collocati (secondo la geografia dantesca) rispettivamente sul tropico del Capricorno e su quello del Cancro.
La terza parte recupera i dati già forniti a proposito della posizione del monte Sion, antipodo del Purgatorio, che il Benini identifica con il Sinai.
Nella quarta parte Benini rivede la propria posizione in merito all’altezza del Purgatorio: esso sarebbe alto la metà di quanto immaginato nel precedente saggio Note di cosmografia dantesca; non più 300 miglia, ma circa 147.
Alla circonferenza del monte alla base è dedicato il quinto capitolo del saggio. Benini la calcola a partire dall’arco di circonferenza compreso fra l’est geografico e il punto in cui si leva il sole, che viene percorso dai due poeti in circa tre ore. Tale arco, la cui ampiezza viene calcolata in 10° e la cui lunghezza in 13 miglia, fa supporre che la circonferenza totale della montagna sia di circa 468 miglia, e che il diametro risulti di circa 149 miglia. La misura è assai simile alle 147 miglia calcolate per l’altezza della montagna, e ciò fa pensare all’intenzione di Dante di disegnare per il Purgatorio un cono perfetto. Benini allora immagina che la misura corretta da trovare corrisponda alla 22a. parte del raggio terrestre, ovvero 147,73 miglia. 
La sesta parte è tesa a dimostrare come volume e forma generale dell’Inferno e del Purgatorio si corrispondano: la parte emersa del Purgatorio equivale, in volume, al cavo infernale dal cinghio di Minosse in giù, mentre la calotta sferica (regione del Limbo o dell’aria quieta) equivale pressappoco al volume della base subacquea del Purgatorio. La corrispondenza di volume e di forma serve anche per sopperire all’apparente mancanza nella Commedia di dati essenziali riguardanti i particolari di struttura. La cantica del Purgatorio può essere utilizzata per ricostruire alcuni dettagli dell’Inferno. Anzitutto le dimensioni: l’inferno non può estendersi più di 164 miglia sopra il centro della terra: tutti i disegni della cavità infernale, che la fanno incominciare poco sotto la superficie sono parti di fantasia dei loro autori, non sono di Dante (p. 70). Invece per il Vangelo e per San Paolo l’inferno è in corde terrae; (Mt.12,40), in inferiore parte terrae (Ef. 4,9). Benini individua corrispondenze di misure e di clima:

  • Il limbo, regione dell’aria quieta, è un cerchio distante 147 miglia dal centro della terra, come il Paradiso terrestre sta a 147 miglia rispetto al lido del Purgatorio.
  • Il secondo cerchio sta tra 115 e 147 miglia, come nel Purgatorio i sette gironi.
  • Il terzo cerchio (pioggia, grandine), sta a 115 miglia dal centro della terra, come a 115 miglia di altezza del Purgatorio, in corrispondenza della Porta del Purgatorio, sta il limite delle nubi, piogge, nevi, ecc.

Settima parte: la misura di 22 miglia di circuito di cui si parla nel canto XXIX dell’Inferno si riferisce per Benini alla prima bolgia (e dunque, per estensione, all’intera valle di Malebolge), e non alla nona. Diversamente, una progressione aritmetica iniziante dalle 11 miglia della decima (Inf. XXX, 86) e proseguente con le 22 della nona, porterebbe a un circuito di 110 miglia per la prima, misure poco coerenti con le descrizioni dantesche (in particolare gli argini risulterebbero troppo ampi).
L’ottava parte è dedicata al calcolo delle circonferenze dei coni generati dalle fratture seguite al terremoto successivo alla crocifissione di Cristo. La somma, poi, di tutte le circonferenze dei Cerchi e delle bolge determina la lunghezza totale dell’inferno (3243 miglia), ovvero della tomba cui accenna Inf. XXXIV, 128: non molto diversa dal raggio terrestre (3250 miglia), corrisponde alla distanza miracolosamente percorsa da Dante e Virgilio in un istante dal centro della terra verso la superficie dove sorge il purgatorio. Solo le ultime 7 miglia (3250-3243) tortuose vengono percorse con difficoltà dai due in 22 ore.
La calotta infernale occupata dall’aria quieta era occupata dalla terra che servì alla formazione delle fondamenta subacquee del purgatorio. Il calcolo dettagliato, zona per zona, del volume dell’inferno dà come risultato 666.893 miglia cubiche, numero molto vicino al simbolico 666.000.
L’ultima parte del saggio definisce in modo dettagliato (meglio rispetto al precedente Su la data precisa e la precisa durata del mistico viaggio di Dante) il calendario del viaggio ultraterreno di Dante.