R. Benini, Misticismo e scienza nell’astronomia dantesca, Cremona, Biblioteca Statale, Ms. Benini 13, cc. 1 e 6.
L’idea di fondo che l’astronomia costituisse per Dante uno degli strumenti preferiti per fare poesia – anzi: che nelle mani di Dante l’astronomia stessa divenisse poesia – portò Benini ad occuparsene in modo costante. Le cartelle di questa conferenza sono solo una delle tante occasioni in cui questo rapporto andò via via consolidandosi.
Nelle due carte esposte nella mostra Benini tratteggia graficamente la differenza tra il sistema tolemaico, universalmente condiviso ai tempi di Dante, e quello elaborato da Vitruvio, da Marziano Capella e da Macrobio, al quale secondo Benini Dante si ispirò. Questo sistema, per superare la teoria degli epicicli (che tentava di spiegare gli apparenti moti di retrogradazione di Mercurio e di Venere) ipotizzava che i due pianeti facessero parte di un sotto-sistema orbitante intorno al Sole.