La Terra all'atto della creazione e alla caduta di Lucifero

Spaccato terracqueo all'atto della creazione e alla caduta di Lucifero e prima versione

 

Versione definitiva e prima versione


Nella versione definitiva la tavola fu pubblicata tra l’altro nell’articolo Dante, i Giganti e Lucifero (Problemi di forma e dimensioni), in “Cremona” 8 (1936), n. 7, p. 9, ma senza un effettivo legame al contenuto del contributo, che cerca di ricostruire le dimensioni fisiche dei giganti, di Lucifero e di Dante stesso.

Il primo disegno dà un’idea della cosmogonia dantesca. La terra è una sfera di materia elementare, omogenea, continua, avvolta interamente dall’acqua, questa dall’aria e l’aria dal fuoco. I cieli erano immobili.
Questa situazione durò solo pochi secondi: nel giro di mezzo minuto (“Né giugneriesi, numerando, al venti”, Par. XXIX, 49) una parte degli angeli, guidata da Lucifero, peccò di superbia e turbò quest’ordine.
Alla caduta di Lucifero, i cieli, da immobili che erano, diventano mobili (tranne l’Empireo), per dare occupazione piacevole agli angeli rimasti fedeli. Gli angeli girano i cieli come in danze circolari, quale più lenta e quale più veloce, con ritmi di soste e ritorni (Dante, secondo Benini, spiega le stazioni e le retrogradazioni dei pianeti non tanto con la teoria degli epicicli, quanto come l’effetto della virtù propulsiva o ritardatrice dei raggi solari).
Dopo la caduta di Lucifero, dunque, iniziano i fenomeni astronomici e si forma l’ambiente naturale come lo conosciamo ancora oggi: l’alternarsi giorno/notte; il succedersi delle stagioni; gli influssi benigni e maligni sulla terra. I quattro elementi si mescolano dando origine a infiniti composti; i contrasti caldo/freddo danno origine ai venti, ai vapori, alle esalazioni; l’aria, penetrando con l’acqua nelle cavità secondarie del globo, causa terremoti.
Lucifero, dunque, cade ai nostri antipodi; i Giganti suoi seguaci cadono nel nostro emisfero. La terra dell’emisfero inferiore si sporge per vedere lo spettacolo, ma subito impaurita rifugge nell’emisfero settentrionale, dove creò isole e continenti. La terra con cui Lucifero entrò in contatto si aprì creandogli una via e facendolo sprofondare al suo interno, ma si richiuse dietro di lui creando il monte del purgatorio. Il purgatorio per Benini non si è formato coi soli materiali eruttati dalla burella, ma anche con quelli che hanno generato l’inferno. Il cavo interno invece sarà destinato ad ospitare le anime dei dannati. Ha dimensioni del ricettacolo dei semi di una mela rispetto alla mela stessa.
Il peso dei due emisferi si modifica in conseguenza dello spostamento di terra; il primitivo centro di gravità si sposta verso l’emisfero settentrionale.
L’emisfero settentrionale ha il suo colmo nella regione del Sinai, monte di Dio e della Legge. Nell’emisfero superiore si trova la terra emersa o quarta abitabile riservata agli uomini, maxima insula a forma di semilunio con una ghirlanda di suo mare intorno e il Sinai nel mezzo, quale cupola o fornice; nell’emisfero inferiore, vietato agli uomini, tutto mare, deserto mare, fuor d’una isoletta riservata alle anime purganti, la quale ha pure un monte antipodo del grande Sion o Sinai, ergente la sua cima fino alla terza zona dell’atmosfera.
Sotto il colmo dell’emisfero superiore terrestre fu consunto l’Uomo-Dio, Gesù, colui che nacque e visse senza peccato. Betlemme e Gerusalemme possono allo stesso modo considerarsi sotto il dominante Sinai, il quale nell’immaginazione dei credenti aveva acquistato dimensioni meravigliose.
Dal centro della terra alla base del Purgatorio ci sono 3250 miglia, il raggio terrestre.

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