Veduta ideata
Penna, inchiostro e acquerello grigio su carta trasferita su un supporto di tela azzurra, 284 x 557 mm
Sul ponte la scritta SPQR
BNCR: Disegni 3, IV, 12
Il disegno identificato da una scritta novecentesca e quindi dalla Lorenzetti nel 1934 come una veduta di Ceprano è, più probabilmente, come scriveva già nel 1966 Giuliano Briganti, una Veduta ideata, una di quelle vedute che l’artista olandese cominciò a disegnare e a dipingere all’inizio del Settecento unendo elementi reali del paesaggio, romano o napoletano, ad altri di fantasia. Nella scheda della nuova edizione della monografia di Giuliano Briganti del 1996 ho scritto che questa «è una veduta ideata che combina un primo piano forse d’invenzione con le vedute di Sant’Antonio a Posillipo». Ludovica Trezzani, nel catalogo della mostra del 2002, ha precisato la situazione topografica dell’opera notando che «la parte destra […] riproduce con esattezza le rampe sostenute da arcate della strada di Sant’Antonio a Posillipo, con l’omonima chiesa e il campanile. L’edificio col giardino al vertice della salita, compare, anche nel disegno di san Martino a Napoli eseguito da Gaspar van Wittel durante il suo soggiorno napoletano e utilizzato per lo sfondo della veduta con la torre di Chiaia e il borgo di Mergellina». Secondo la studiosa anche la grotta scavata nella roccia è ispirata a quella di Pozzuoli. Sulla base di questi elementi è possibile datare questa Veduta ideata agli anni del soggiorno napoletano dell’artista, tra il 1699 e il 1702. Non conosciamo nessun dipinto derivato da questo disegno.