Caspar (o Jasper) Adriaansz van Wittel nacque nella città di Amersfoort, non lontano da Utrecht, intorno al 1652-53. All’età di circa vent’anni partì alla volta di Roma. Nelle Vite de’ più celebri pittori viventi, negli anni 1730-40, Lione Pascoli scrisse che il giovane Van Wittel era stato allievo di Thomas van Veenendaell, ritrattista di Amersfoort. Certo è che successivamente Van Wittel lavorò per sei-sette anni presso lo studio di Matthias Withoos, altro pittore di Amersfoort che intorno al 1650 aveva trascorso qualche anno a Roma entrando anche a far parte deiBentvueghels, il gruppo degli artisti olandesi della città. Withoos dipingeva soprattutto nature morte, paesaggi di fantasia e vedute di città, come la spettacolare Veduta di Amersfoort del 1671. L’anno seguente, il cosiddetto “anno del disastro” in cui le truppe francesi penetrarono nella Repubblica delle Province Unite, Withoos partì per la cittadina di Hoorn insieme al pupillo Gaspar. Non molto tempo dopo lo stesso Van Wittel deve aver intrapreso il viaggio per Roma, dove arrivò nel 1673 o 1674.
Van Wittel si immerse immediatamente nell’ambiente dei Bentvueghels, che lo accolsero tra loro con lo pseudonimo «la Torcia di Amersfoort», e divenne amico di pittori come il vedutista Abraham Genoels e il bambocciante Dirck Helmbreker. Questa rete di conoscenze gli permise anche di entrare in contatto con l’ingegnere olandese Cornelis Meyer, che intorno al 1676 gli procurò il suo primo incarico romano degno di nota: i disegni dell’ingegnoso piano (mai realizzato) per rendere il Tevere navigabile tra Roma e Perugia. Una prova del ruolo attivo che ebbe Van Wittel tra iBentvueghels durante i suoi primi anni di permanenza a Roma si trova all’interno del mausoleo di Santa Costanza, dove il pittore incise il suo nome nel porfido dopo una delle numerose e smodate libagioni davanti alla «tomba di Bacco».
Intorno al 1680 Van Wittel portò a termine anche la sua prima veduta vera e propria, nella quale dipinse Piazza del popolo vista dal lato nord. L’opera, attualmente conservata nello Staatliche Museen di Berlino, offre già una chiara testimonianza di quello che sarebbe diventato il suo “marchio di fabbrica”: un panorama ampio e colorato di un luogo cittadino iconico, con un’evidente attenzione ai dettagli della vita di strada di Roma in tutte le sue sfaccettature. Allo stesso periodo – inizio anni Ottanta del XVII secolo – risalgono anche i primi disegni che oggi fanno parte della collezione della Biblioteca nazionale, come la veduta del Foro Romano dagli scalini della basilica di Santa Maria in Aracoeli (1682). Queste prime vedute tradiscono la possibile influenza esercitata su van Wittel da altri pittori olandesi che vivevano a Roma, come Lievin Cruyl e Jacob de Heusch.