Veduta panoramica di Frascati
Penna, inchiostro, tracce di matita e sanguigna su diversi fogli di carta quadrettata a sanguigna, numerata da 1 a 38 e trasferita su un supporto di tela azzurra, 393 x 1282 mm
BNCR: Disegni 3, IV, 1
Fino al 17 marzo 2012 non conoscevo alcuna versione dipinta tratta da questo importante disegno preparatorio di Gaspar van Wittel, eseguito molto probabilmente nel 1685, al tempo dell’altra Veduta di Frascati (Dis. 3, IV, 4) datata di quell’anno. Il 17 marzo del 2012 ho ricevuto da una collezionista del nord Italia una fotografia assai scadente di un bel quadro che soltanto oggi, con un materiale fotografico come questo a disposizione per il catalogo della mostra, riesco a identificare con certezza. Il dipinto inviatomi dalla collezionista (poi sparita) per un parere, è l’unico esemplare noto derivato da questo disegno preparatorio. La foto ricevuta è impubblicabile ma è almeno utile ad identificare il luogo e a capire che siamo pressoché certi di conoscere l’unico dipinto che Gaspar van Wittel eseguì a partire da questa veduta della Biblioteca Nazionale. Non ho le misure dell’opera, su tela, ma, guardando la fotografia inviatami, potrei suggerire che dipinto e disegno preparatorio siano più o meno equivalenti nelle dimensioni e proporzioni, il quadro potrebbe essere circa 50 x 100 cm. o 60 x 120 cm.
Nella Veduta panoramica Gaspar van Wittel disegna un’immagine completa dei colli, della città e delle ville che la dominano. Al centro di Frascati il castello, dal quale parte la cerchia delle antiche mura della cittadina che terminano a Porta Romana, ben visibile nel disegno. Spicca l’alto campanile del Duomo. Sulla destra, al centro del disegno, la Villa Aldobrandini, detta Belvedere, che sarà oggetto di numerose vedute ad olio e a tempera, eseguite da Gaspar van Wittel da punti di vista diversi.
Costanza Lorenzetti nel 1934 aveva citato la Veduta panoramica di Frascati come opera dubbia, forse da riferire a Luigi Vanvitelli. Giuliano Briganti l’ha restituita a Gaspar van Wittel e oggi la presenza di un dipinto inedito derivato dal disegno conferma l’opinione dello studioso.