Descrizione
Penna, inchiostro e acquerello grigio su fogli di carta quadrettata a penna e trasferita su un supporto di tela azzurra, 274 x 820 mm
BNCR: Disegni 3, I, 3
Sulla fiancata della Badia compare la w, abbreviazione di wit, il colore bianco della parete; s’intravedono anche altre abbreviazioni che non sono riuscita a decifrare.
Costanza Lorenzetti pubblicando nel 1934 l’elenco dei disegni della Biblioteca Nazionale non fu in grado di identificare il luogo ivi raffigurato. Nel 1966 Giuliano Briganti propose dubitativamente Fiesole come possibile località nei dintorni di Firenze ritratta da Gaspar van Wittel. Soltanto nel 1996, al momento della nuova edizione del volume di Briganti, siamo arrivate alla certezza. Nel frattempo infatti erano emersi due nuovi elementi vanvitelliani: un disegno della stessa località apparso a Londra da Christie’s il primo luglio 1986, e un dipinto siglato dall’artista e datato 1695, conservato all’Ermitage di San Pietroburgo, proveniente dalla prestigiosa collezione francese di Pierre Crozat (1661-1740), il collezionista amico di Pierre Jean Mariette. Da allora ad oggi sono altre tre le vedute dipinte derivate da questo disegno e da quello, molto più piccolo (214 x 410 mm), passato in asta nel 1986. La prima di queste versioni ad olio, di medie dimensioni (39 x 48 cm), firmata, è conservata nella collezione romana dei principi Colonna, la seconda è passata sul mercato antiquario inglese (28,5 x 50 cm, Londra, Sotheby’s 1998) e la terza, la più importante delle altre, di grandi dimensioni (74 x 170 cm) e inedita, faceva parte della collezione del duca di Medinaceli. Luis de la Cerda, duca di Medinaceli (1660-1711) e vicerè di Napoli dal 1696 al 1702, forse incuriosito dalla piccola veduta dei principi romani ai quali era legato da vincoli di amicizia e parentela, richiese all’artista olandese una versione ben più grande e complessa della stessa veduta.
Lo studio, quadrettato, raffigura Fiesole, nota località nei pressi di Firenze. Si vede la valle del Mugnone, il torrente che scende dalle montagne e passa sotto il ponte ad un’unica arcata, detto ponte dell’Abbadia. Sulla destra la facciata brunelleschiana della Badia e il convento annesso alla chiesa. Le zone grigie acquerellate indicano tutte quelle aree che, nelle redazioni dipinte, rimangono in ombra.
Il disegno risale probabilmente al 1694, anno in cui l’artista si recava a Firenze, ed è comunque anteriore al 1695, data che compare nella versione dell’Ermitage. Il viaggio fiorentino ebbe luogo quasi certamente nel corso del 1694. Gaspar van Wittel rimase nella città, lavorando per il gran principe Ferdinando de’Medici, probabilmente da maggio ad ottobre, secondo quanto scrive Lione Pascoli nella sua biografia, poiché di certo il 10 dicembre 1694 era già a Bologna come è dimostrato dal disegno di Porta Galliera qui esposto (Dis. 3, II, 9).