Penna, inchiostro, acquerello grigio su carta trasferita su un supporto di tela azzurra, 252 x 434 mm
al centro la scritta autografa Porta Galera di Bologna 1694 X Xbre
BNCR: Disegni 3, II, 9
Il disegno è mancante dell’angolo sinistro, strappato. Oltre alla scritta al centro Gaspar van Wittel ha indicato il colore bianco con la solita w sulla parete della casa a destra della Porta Galliera. Lo studio, pur essendo preparatorio per una veduta dipinta, non è quadrettato. E’ datato 10 dicembre 1694 ed è uno dei tre disegni datati di questo nucleo della Biblioteca Nazionale. L’opera è documento essenziale nella ricostruzione della cronologia vanvitelliana. Sulla base di questa data, indicata dall’autore stesso in cima al disegno, abbiamo la conferma che un viaggio a tappe tra Firenze e Venezia, con sosta a Bologna, si compì proprio tra la primavera del 1694 e i primi mesi del 1696. Certo è che Lione Pascoli, nella sua vita dell’artista, redatta poco dopo la morte di Gaspar van Wittel, intorno al 1730, parla di una doppia tappa in Emilia Romagna, facendo riferimento ad un soggiorno a Bologna cui ne seguiva uno a Ferrara in direzione, naturalmente, di Venezia. Il biografo scrive che l’artista «essendo stato qualche mese in ognuna [aveva] disegnato dappertutto le più rare vedute», ma l’unica rara veduta nota è questa della Porta Galliera. E’ a dir poco singolare da parte del pittore la scelta di ritrarre un luogo così scarsamente caratterizzato e riconoscibile che avrebbe rappresentato, nel ricordo, la città di Bologna. Vedute di Ferrara poi non ne conosciamo, né sono noti disegni che si riferiscano a località limitrofe. Questo soggiorno del 1694-96 fu certamente il terzo dell’artista nel nord Italia poichè già nel 1690 doveva essersi recato almeno in Lombardia per ritrarre, su commissione dei Borromeo, le Isole della famiglia sul Lago Maggiore. Uno dei dipinti, raffigurante il palazzo Borromeo all’Isola Bella, proveniente dalla collezione Colonna ed ora di ubicazione ignota, è infatti firmato e datato 1690 (Laura Laureati, Il soggiorno di Gaspar van Wittel in Lombardia: alcune novità e ipotesi, in: Il più dolce lavorare che sia: mélanges en l'honneur de Mauro Natale, sous la direction de Frédéric Elsig, Noémie Etienne, Grégoire Extermann, Cinisello Balsamo: Silvana editoriale, 2009, p.153-159).
La Veduta di Porta Galliera è presa dalle pendici della Montagnola ove era un giardino pubblico sin dal 1683. Il luogo è completamente mutato e del tutto irriconoscibile se non fosse per la presenza della Porta, unico edificio rimasto di quanto appare nella veduta. A destra compare la Porta, si vedono i resti dell’antico castello di Galliera disegnati a penna e forse ripresi anche, liberamente, nella parte alta del foglio. In primo piano è la via omonima fiancheggiata da alcune casupole d’aspetto rustico e da un pagliaio presso il quale sosta un personaggio. Sulla destra sono schizzate alcune figurette. La chiesa di cui si intravede, nella zona sinistra del disegno, una piccola parte della facciata, ritratta più chiaramente nella versione dipinta, potrebbe essere San Benedetto.
Come scrivevo già nel 2002 sebbene siano due i dipinti derivati da questo disegno preparatorio, soltanto uno, a giudicare dalla fotografia, è veramente autografo, era nella raccolta Vitali ed è passato una decina d’anni fa (2004) sul mercato antiquario, mentre l’altro, in cattivo stato di conservazione, sembra difficile da giudicare. Rari dunque gli acquirenti di una simile veduta. Gaspar van Wittel, passato lungo il viaggio nei pressi di Bologna, forse non era neppure entrato nella città per visitarla.