Penna, inchiostro bruno, tracce di sanguigna, acquerello grigio su fogli di carta quadrettata in parte a penna, in parte a matita, e trasferita su un supporto di tela azzurra, 326 x 847 mm
BNCR: Disegni 3, II, 2
La Veduta di Firenze dal Pignone è presa dalla riva destra dell’Arno. A sinistra si vedono la cupola e il campanile del Duomo, la cupola di San Paolino, il campanile di Ognissanti, la parte superiore di Palazzo Strozzi sul quale emerge l’attico di Orsanmichele, la parte superiore merlata con la torre di Palazzo Vecchio, i palazzi Ricasoli e Feroni. Quasi al centro del disegno i mulini sulla riva presso la Pescaia (sbarramento artificiale del fiume) di Santa Rosa che è oggi una zona di Firenze, all’interno del Parco delle Cascine, molto mutata anche per la costruzione ottocentesca dei lungarni. Sulla destra si vede il ponte alla Carraia.
Il disegno, quadrettato, è preparatorio per un dipinto noto in tre diverse versioni nessuna delle quali datata, una è conservata fin dal 1698 a Palazzo Pitti e permette una datazione ante quem per il disegno, un’altra si trova nel Wadsworth Atheneum di Hartford, Connecticut, e una terza, nota soltanto da un’antica fotografia, fu venduta a Genova nel 1912 (Giuliano Briganti, Gaspar van Wittel, nuova ed. cit., p.233-234 n.275-277). Quando Giuliano Briganti pubblicò la sua monografia nel 1966 non si conosceva nessun dipinto tratto da questo disegno.
Questo studio preparatorio fu quasi certamente eseguito da Gaspar van Wittel nel corso del soggiorno fiorentino del novembre 1694 quando ricevette un pagamento dall’amministrazione granducale per due quadri, uno dei quali era proprio quello oggi conservato a Palazzo Pitti.