Marinetti, il futurismo e l'abolizione della pastasciutta
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Filippo Tommaso Marinetti (Alessandria d'Egitto, 22 dicembre 1876 – Bellagio, 2 dicembre 1944) fonda giovanissimo, ancora studente, la rivista letteraria Le Papyrus con lo pseudonimo di Hespérus. Dopo la laurea all’Università di Genova in giurisprudenza nel 1899, raggiunge la famiglia a Milano, in via Senato 2. Il palazzo all'epoca si affaccia sul Naviglio (oggi interrato), nel punto in cui biforca intorno a un'isolettina comunicante mediante ponticello con la terraferma di un vicolo (Milano futurista, a cura di A. Panzera e M. Chirico, Milano 2009, p.27).
Nel 1905 proprio in questa casa, con la pubblicazione del primo numero della rivista Poesia – alla quale collaborano scrittori e poeti come D'Annunzio, Pascoli, Trilussa e Gozzano – prende avvio il movimento futurista, il cui atto fondativo è il Manifesto del futurismo, apparso sulla rivista francese Le Figaro il 20 febbraio 1909. Lo stesso manifesto afferma che lo scopo del movimento è liberare l'Italia dalla sua fetida cancrena di professori, d'archeologi, di ciceroni e d'antiquarii. Nel 1912 Marinetti e la redazione della rivista futurista si trasferiscono presso la cosiddetta Casa Rossa, in Corso Venezia 61. Dal 1919 la Casa Rossa ospita anche la sede milanese dell'Associazione degli Arditi capeggiati da Mario Carli e Ferruccio Vecchi.
L’Esposizione Universale del 1906
Programma giornaliero delle feste e degli spettacoli, comunicazioni del Comitato organizzatore, rassegna delle migliori e più interessanti mostre, venduto ogni mattina in tutte le edicole e all'Esposizione
Il gazzettino quotidiano, 1906 luglio 10. Carta, cm. 42,6 x 33
Opuscolo a stampa, 22 pp., Milano Tipografia Francesco Marcolli. Carta, cm. 23 x 16,2
Prefettura di Milano - Carteggio generale amministrativo, b. 5642
Negli stessi anni in cui prende avvio il movimento futurista, Milano è protagonista di un importante evento internazionale, l'Esposizione Universale, organizzata in occasione dell'inaugurazione del traforo del Sempione nel 1906. Il tema scelto per celebrare la costruzione del tunnel di 20 chilometri, che ha visto all'opera migliaia di operai in un cantiere all'avanguardia, sono i trasporti e le comunicazioni.
La manifestazione, intitolata La scienza, la città e la vita, viene inaugurata il 28 aprile 1906 e dura fino all'11 novembre dello stesso anno. Vengono allestite due aree espositive, nel parco del Castello Sforzesco e nella Piazza d'Armi, collegate da una ferrovia elettrica sopraelevata. Il parco accoglie le Sezioni di Arte decorativa, Belle arti e architettura, mentre in Piazza d'Armi si concentrano i padiglioni relativi alle attività produttive industriali: Trasporti terrestri, Aeronautica, Metereologia, Trasporti marittimi e fluviali, Previdenza, Galleria del lavoro per le arti industriali, mostre retrospettive dei trasporti, Piscicoltura, Agraria e Igiene pubblica. Molti degli argomenti trattati sono un'assoluta novità per l'epoca.
La superficie occupata è di circa 987.000 metri quadrati, con 225 edifici progettati dai migliori architetti dell'epoca (e poi smantellati al termine della manifestazione, con l'eccezione dell'Acquario di viale Gadio), le nazioni partecipanti sono 31.
Per l'occasione vengono costruiti più di 120 tra caffè, bar e ristoranti, alcuni dei quali organizzati secondo la tipologia, allora molto innovativa, del self service. Alla fine i visitatori saranno più di 7 milioni.
Marinetti, gli Arditi e Fiume
Il Futurismo, primo movimento letterario e artistico d'avanguardia del Novecento in Italia, esalta la modernità, la tecnologia, la velocità, il dinamismo. Marinetti e i molti giovani attirati dal suo movimento reinterpretano tutte le espressioni artistiche in chiave futurista – pubblicando manifesti sulla letteratura, la pittura, la scultura, l’architettura, la musica, il teatro, la danza, la fotografia, la cinematografia – e creando così un movimento globale, capace di abbracciare tutte le arti.
Per Marinetti il futurismo diventa uno stile di vita caratterizzato dall’intraprendenza, dalla spregiudicatezza e dalla ribellione anche violenta; ciò si manifesta nel sostegno alla prima guerra mondiale attraverso una forte campagna interventista e nella partecipazione a manifestazioni, da quella milanese del settembre 1914 a quelle romane del febbraio e dell’aprile 1915.
Quando l’Italia entra in guerra Marinetti vi prende parte come alpino, guadagnandosi la promozione a tenente e alcune medaglie di bronzo. Tra il 1914 e il 1915 pubblica i volantini Sintesi futurista della guerra e L'orgoglio italiano, il volume Guerra sola igiene del mondo e, nel 1918, il Manifesto del Partito politico futurista, nei quali esalta la necessità dell’interventismo e della violenza contro i propri avversari.
Dopo la guerra partecipa alle elezioni politiche del 16 novembre 1919, presentandosi a Milano nel blocco fascista. L'esito è, però, favorevole ai socialisti e il 17 novembre un Ardito lancia una bomba nei pressi della sede de L'Avanti!, ferendo una dozzina di persone. Quella stessa notte la polizia perquisisce i locali dei Fasci di combattimento in via Pellico 6 e dell'Associazione degli Arditi in via Cerva 23. Il ritrovamento di armi non denunciate porta all'arresto di quasi tutto lo Stato maggiore ardito e fascista, compresi Mussolini, Marinetti e Ferruccio Vecchi che trascorrono 21 giorni a San Vittore.
Anche la casa di Vecchi viene perquisita e il 23 novembre 1919 il questore trasmette alla Procura le carte, i documenti e la rivoltella ritrovati. Il questore richiama l'attenzione in particolare su un piano insurrezionale per occupare Fiume fissato per l'alba del 25 o 26 settembre passati. La città, abitata prevalentemente da connazionali ma invasa da francesi, inglesi e americani, è stata annessa da Gabriele D'Annunzio al Regno d'Italia, senza l'approvazione del governo, il 12 settembre 1919.
Appresa la notizia dell'occupazione della città il 13 settembre, Marinetti decide di partire il giorno dopo; arriva a destinazione il 16. Vecchi arriva il 17. I due trascorrono insieme le giornate a Fiume.
L'incontro a Fiume tra Vecchi e Marinetti
Pagina dal diario di viaggio da Venezia a Fiume di Ferruccio Vecchi
1919 settembre 15 – 17
Carta, cm. 28,7 x 19,4
Prefettura di Milano - Gabinetto - I serie, b. 315
In un taccuino sequestrato in casa di Ferruccio Vecchi si legge il racconto del suo viaggio iniziato il 15 settembre a Venezia e terminato il 17 a Fiume, dopo una sosta a Pola. Ecco come Vecchi descrive l'incontro con Marinetti a Fiume.
Fiume sarà riconosciuta Stato libero con il trattato di Rapallo firmato il 12 novembre 1920 dall'Italia e dalla Jugoslavia che D'Annunzio rifiuterà di riconoscere. Di fronte al comportamento di Mussolini, che prima sostiene i ribelli e poi il trattato di Rapallo, Marinetti e altri futuristi usciranno dal movimento, per rientrarvi tra il 1923 e il 1924.
Continua intanto la produzione letteraria, che tra romanzi e opere teatrali, si trasferisce a Roma con la moglie Benedetta Cappa, pittrice e scrittrice, e le tre figlie Vittoria, Ala e Luce. Risale al 1930 il Manifesto della cucina futurista con il quale il futurismo vuole elevare anche la gastronomia a espressione artistica.
Nel 1935 Marinetti partecipa come volontario alla guerra di Etiopia e alla seconda guerra mondiale, ottenendo la croce di guerra al valor militare. Rientra a Roma nel 1942; il 2 dicembre 1944 muore a Bellagio, sul lago di Como.
Cucina futurista – il menù al contrario
Fin dai primi anni del movimento i futuristi hanno l'abitudine di terminare le serate con banchetti originali, come ad esempio avviene nel 1910 a Trieste, dove le stravaganti (almeno nei nomi) portate del pranzo futurista sono servite al contrario, dal caffè all'aperitivo:
Caffé
Dolci memorie frappées
Frutta dell'Avvenire
Marmellata di gloriosi defunti
Arrosto di mummia con fegatini di professori
Insalata archeologica
Spezzatini di passato con piselli esplosivi in salsa storica
Pesce del Mar Morto
Grumi di sangue in brodo
Antipasto di demolizioni
Vermouth
Fonte:
F. T. Marinetti, Rapporto sulla vittoria del Futurismo a Trieste in A. Palazzeschi, L'Incendiario, Milano, Edizioni Futuriste di «Poesia», 1910, pp. 19-21, come citato da C. Salaris, Marinetti. Arte e vita futurista, Editori Riuniti, Roma 1997, p. 83 (Biblioteca dell’Archivio di Stato di Milano, Fondo Dell'Oro).
Cucina futurista – il Manifesto della cucina futurista
Testo del Manifesto della cucina futurista, pubblicato il 28 dicembre 1930 sulla Gazzetta del popolo di Torino.
(Biblioteca Civica Centrale di Torino)
Un manifesto pubblicato nel 1913 dal cuoco francese Jules Maincave (Manifeste de la cuisine futuriste), che Marinetti ha conosciuto, ispira il manifesto Culinaria futurista stampato nel 1920, in cui si esaltano i colori e le forme dei piatti più che i sapori degli alimenti.
Marinetti è da tempo membro del comitato di degustazione della rivista La cucina italiana quando, in occasione di una cena offerta in suo onore il 15 novembre 1930 al ristorante milanese Penna d'Oca, dove vengono serviti piatti dai nomi stravaganti (gelato della luna, brodo di rose e sole, agnelli arrosto in salsa di leone, pioggia di zuccheri filati...), espone pubblicamente il punto di vista dei futuristi sull'alimentazione. Punto di partenza è l'abolizione della pastasciutta, piatto nazionale per eccellenza, che a suo dire appesantisce, abbrutisce, illude sulla sua capacità nutritiva, rende scettici, lenti, pessimisti (C. Salaris, Marinetti..., cit., p.291), e che pertanto deve essere sostituita dal riso e dal pane.
Il 28 dicembre 1930 appare sulla Gazzetta del popolo di Torino il Manifesto della cucina futurista, versione approfondita del precedente manifesto del 1920, e l'anno successivo il volume La cucina futurista. Il primo punto del manifesto è Contro la pastasciutta, alimento che secondo i futuristi è causa di fiacchezza, pessimismo, inattività nostalgica e neutralismo, tipici del popolo italiano. Solo l'abolizione di questo cibo potrà rendere gli italiani più agili e scattanti e vincitori in una possibile guerra, inoltre l'Italia potrà essere liberata dalla dipendenza dal grano estero a favore della nostrana industria risicola. L'arte culinaria futurista esalta nuovi sapori, creati da accostamenti stravaganti, presta particolare attenzione alle forme, ai profumi, ai colori dei cibi, e all’architettura dei piatti. Propone abbinamenti di sapori contrastanti (dolce/salato), il coinvolgimento del tatto attraverso l'alternanza caldo/freddo e il contatto diretto con i cibi (abolizione della forchetta e del coltello), il tutto con una particolare cura per l'estetica delle portate. Il manifesto propone come esempio alcune ricette dai nomi fantasiosi preparate dal primo cuoco del ristorante Penna d'Oca: il Salmone dell'Alaska ai raggi del sole con salsa Marte e la Beccaccia al Monterosa salsa Venere.
Testo completo del Manifesto
(PDF, 22 KB)
Il manifesto provoca un serie di polemiche e gli stessi futuristi si dividono sull'argomento: alcuni supplicano Marinetti di risparmiare le tagliatelle; altri, i futuristi liguri, chiedono che venga dichiarata leale neutralità verso i ravioli, per i quali nutriamo profonde simpatie e abbiamo doveri di riconoscenza e di amicizia.
Marinetti organizza una vera e propria campagna promozionale internazionale per presentare i piatti futuristi. In occasione dell'inaugurazione della Taverna del Santopalato a Torino, l'8 marzo 1931, vengono servite le più curiose ricette futuriste: l'Antipasto intuitivo, il Carneplastico, creato dal pittore futurista Fillia (una polpetta ripiena di verdura disposta verticalmente nel piatto completata da miele, salsiccia e sfere di carne di pollo), il Pollofiat e l'Areovivanda, cioè, secondo quanto spiega lo stesso Marinetti, una pietanza composta da frutti e verdure diverse che si mangiano con la mano destra senza l'aiuto di alcuna posata, mentre la mano sinistra accarezza una tavola tattile formata da cartavetrata, velluto e seta. Intanto l'orchestra intona una rumorosa e violenta musica futurista, e i camerieri spruzzano sulla nuca di ogni commensale un forte profumo di garofano (C. Salaris, Marinetti..., cit., pp. 293 – 294).
Dal Campari al Savini
Minuta di lettera indirizzata al cavalier Raimondo Olivieri, segretario della Casa Reale
1933 settembre 29
Carta, cm. 15,9 x 22,8
Prefettura di Milano - Gabinetto - I serie, b. 49 (fascicolo: Ristorante “Savini” - forniture per la Real Casa in Milano)
Marinetti organizza un banchetto anche al ristorante Savini, punto d'incontro di illustri personalità del mondo artistico e culturale in città e ritrovo dei futuristi. In quegli anni lo storico ristorante, fondato nel 1884 da Virgilio Savini (1852–1925) in Galleria Vittorio Emanuele II nel luogo in cui aveva sede la Birreria Stocker, si propone di sostituire un altro locale rinomato, il Campari, nel servizio di ristorazione per la casa Reale. In virtù della buona reputazione di cui gode, Savini viene segnalato al Ministero della Real Casa per ottenere tale prestigioso incarico.