La mostra Giorgio Bassani: Officina bolognese (1934-1943) intende presentare, aggiornato ai nuovi documenti emersi dagli archivi, un quadro degli anni bolognesi di Giorgio Bassani; anni in cui, insieme agli amici conosciuti all’Università e riuniti dal magistero di Roberto Longhi, Bassani frequenta lo studio di Giorgio Morandi e la bottega di stufe del letterato e scrittore Giuseppe Raimondi. Sono questi i maestri e gli amici che influenzano di più la sua formazione e che segnano il suo destino di scrittore, prima della scelta drammatica e coraggiosa della clandestinità politica.
Promossa dalla Fondazione Giorgio Bassani, dall’Università di Bologna e dalla Biblioteca Comunale dell'Archiginnasio di Bologna, l'esposizione si avvale principalmente di materiali inediti, di natura bibliografica, epistolaria e manoscritta, relativi agli anni bolognesi; in particolar modo, sono esposte alcune delle carte custodite a Parigi dagli eredi presso l'Archivio Bassani, documenti della Fondazione Bassani (Ferrara), del Fondo Arcangeli della Biblioteca Comunale dell'Archiginnasio (Bologna), del Fondo Giuseppe Raimondi della Biblioteca del Dipartimento di Filologia Classica e Italianistica (Bologna) e dell’Archivio storico dell’Università di Bologna. Questi materiali hanno il pregio di presentare immediatamente il percorso artistico e umano di Bassani, che non si sarebbe potuto sviluppare appieno senza l’apporto di questi fondamentali anni bolognesi. Inoltre, dimostrano quale sia stato il cantiere di composizione delle opere dello scrittore, il modo in cui egli ha concepito e lavorato intorno ai suoi testi narrativi e poetici. Alcune carte dattiloscritte con correzioni autografe degli Occhiali d’oro e del Giardino dei Finzi Contini sono documenti preziosi che presentano sia il lavoro compositivo dello scrittore, sia il raccogliersi e svilupparsi delle idee nate dalla vita a Bologna.
Il percorso si sviluppa in sei sezioni: la prima ricorda che a Bologna Bassani non solo ha frequentato l’Università, ma è nato. Dopo la nascita, Bassani è tornato a Bologna come studente universitario. In mostra è possibile vedere la sua tesi di laurea su Niccolò Tommaseo. La seconda sezione riguarda gli amici che hanno condiviso l’esperienza di studio, il magistero di Longhi e il desiderio di scrivere: Franco Giovanelli e Lanfranco Caretti, già conosciuti durante gli anni del Liceo a Ferrara, e Francesco Arcangeli, Attilio Bertolucci e Antonio Rinaldi. La terza sezione riguarda i maestri bolognesi, nell’orbita della metafisica: sottolinea l’apporto di Longhi, Morandi e Raimondi nella formazione di Bassani e si avvale anche di una pregevole sezione artistica, con disegni di de Pisis dal Fondo Raimondi che dimostrano l’importanza della suggestione pittorica in Bassani e il ruolo centrale assunto da Morandi. La mostra prosegue presentando l’attività politica antifascista di Bassani, che aderì al Partito d’Azione dopo aver conosciuto a Bologna Carlo Ludovico Ragghianti. Per questo suo impegno politico egli fu incarcerato nel 1943. Le ultime due sezioni mostrano l’attività poetica e narrativa di Bassani, mettendo in luce come molti dei temi centrali della poetica di Bassani siano nati e si siano sviluppati proprio durante questi fondamentali anni bolognesi; la mostra si chiude infatti con la sezione Verso il giardino, che rivela come il più noto romanzo di Bassani si può dire sia nato proprio dalle ispirazioni maturate a Bologna, nel periodo preso in esame.
L’officina bolognese di Bassani è dunque un interessante viaggio bibliografico e documentario, letterario e artistico, in un periodo cruciale e affascinante della vita dello scrittore; un periodo che lascia una traccia immediata nella prima produzione poetica e narrativa, ma soprattutto scava un solco destinato a rimanere per sempre nella memoria e nelle opere.