Nelle aule dell’Università di Bologna, Bassani ritrovò alcuni amici, ex compagni di Liceo, e ne incontrò di nuovi; furono questi gli amici che gli rimasero accanto lungo tutta la vita, in un percorso intellettuale e umano di grande intensità; amici che lo seppero consigliare ed aiutare, anche nel suo cantiere di scrittore e che furono a loro volta poeti, filologi, storici dell’arte. Il magistero di Roberto Longhi, la frequentazione di Giorgio Morandi e di Giuseppe Raimondi, la curiosità intellettuale, l’amore per la letteratura, la lotta politica antifascista unirono questi giovani studenti che, dopo la Seconda Guerra Mondiale, si affermarono come importanti intellettuali e artisti.
Anche Franco Giovanelli e Lanfranco Caretti arrivarono a Bologna da Ferrara, per frequentare i corsi di Lettere. A Caretti Bassani continuò sempre a sottoporre le sue opere, ricordando la Ferrara della loro adolescenza e gli anni di scuola, ripercorsi poi dallo scrittore in Dietro la porta, dove l’immagine di Caretti si sovrappone al personaggio di Cattolica.
Sempre a Bologna Bassani conobbe due amici che gli furono molto cari: Antonio Rinaldi, di cui apprezzò fin da subito le capacità di poeta e con cui volle condividere la lotta clandestina nel Partito d’Azione, e Francesco Arcangeli, il continuatore del magistero longhiano, acuto lettore delle opere di Bassani, come dimostrano anche le lettere qui esposte. Soprattutto in questi anni giovanili, mentre Bassani stava cercando con fatica il suo stile, Arcangeli non gli fece mancare le sue letture acute e profonde. Il 16 aprile 1946, riprendendo il filo dei ricordi e della propria vita dopo la guerra, Bassani scrisse ad Arcangeli: «Di quegli anni torbidi e intricati [gli anni bolognesi] il giudizio che posso dare ora è pieno di calma […] l'amicizia e la stima che avevo per te sono rimaste intatte, possiamo sempre parlarci con desiderio delle cose che più ci stanno a cuore, della nostra vita e del nostro lavoro. Le ragioni di un'amicizia stanno soprattutto in questo: nel desiderio di vedersi e di parlarsi e di credere l'uno nell'altro».
Un’«ormai così lunga amicizia» nata a Bologna è anche quella con il poeta Attilio Bertolucci, il più precoce scrittore del gruppo di questi giovani universitari destinati ad incidere sull’immaginario e sul panorama culturale italiano.