Le microfiche sono pellicole piane, di 105 x 148 mm (misure che corrispondono al formato standard ISO A6 per la carta), che contengono abitualmente un centinaio di immagini, con una banda superiore leggibile a occhio nudo.
Sono generalmente confezionate in buste aperte sul lato superiore (che ne possono contenere parecchie) e poi in scatole, o in alcuni casi in album appositi.
Sono state utilizzate soprattutto per riprodurre e commercializzare collezioni di documenti o di pubblicazioni rare o voluminose, in quanto ritenute più comode, per la manipolazione e la consultazione, rispetto ai microfilm in bobina.
I lettori di microfiche sono analoghi a quelli per microfilm, ma più semplici perché non prevedono le bobine e il motore per il loro avvolgimento.
Le microfiche sono state usate spesso, producendole in genere direttamente dal computer (COM, Computer output microform), anche per cataloghi di biblioteca o altre banche dati voluminose, negli anni Settanta e Ottanta del Novecento.
Le microschede, analoghe alle microfiche ma su supporto opaco invece che trasparente, hanno avuto una diffusione molto più limitata, particolarmente nelle biblioteche italiane.