Per i servizi bibliotecari in zone rurali fin dalla fine dell'Ottocento furono utilizzate cassette, contenenti un numero piuttosto ridotto di libri, che venivano collocate in un locale pubblico, o a volte anche privato, per svolgere un servizio di prestito ad opera, generalmente, di un volontario.
Le cassette venivano sostituite periodicamente, rinnovando così i libri a disposizione, dall'organizzazione della rete (di contea, provincia, dipartimento, ecc.).
Per le Reti di posti di prestito sviluppate in Italia a partire dall'inizio degli anni Cinquanta del Novecento venne disegnata appositamente una grossa cassetta metallica, con due maniglie, due occhielli in alto (per i casi in cui doveva essere sospesa a muro, in mancanza di un tavolo), sportello a ribalta (così da servire come piano di appoggio e di scrittura) e un ripiano aggiunto per riporvi il registro dei prestiti.