Chiesa di San Gregorio Illuminatore
print this pageCENNI STORICI
Il nome di San Gregorio Illuminatore è stato dato alla chiesa nel 1847, quando venne affidata alle monache benedettine armene. Inizialmente era intitolata a S. Bartolomeo ed era una chiesa medievale risalente a prima del 1262. Non si hanno notizie della forma, della struttura e della dimensione di quest’ultima, ma data la sua posizione sul ciglio della rupe, essa, come il monastero, scivolò in mare, presumibilmente per la disgregazione della roccia, dovuta ad agenti atmosferici e all’azione del mare. Ne fanno menzione le bolle che autorizzano la costruzione di un nuovo complesso, edificato tra il 1520 e il1522, in posizione arretrata rispetto al ciglio della rupe.
Nel 1552 una modifica della strada, per consentire un miglior accesso alla Cattedrale di S. Ciriaco, che ne ridusse la pendenza rialzandola, dovette comportare un primo intervento sulla chiesa, visto che furono rialzati il portale e la quota del pavimento, diminuendo quindi l’altezza interna.
Di pianta rettangolare, viene rialzata nel Settecento con il rinnovamento di Francesco M. Ciaraffoni intorno al 1760, conferendo al tempio un più ampio respiro. Egli riprende motivi vanvitelliani e borrominiani rielaborandoli accuratamente in modo che ben si addicano alla dignità e alla grandiosità dell’aula Dei. Infatti Ciaraffoni non si accontenta del rigore geometrico della scansione strutturale, ma ad essa fa coincidere la scansione luminosa, riqualificandola mediante la luce. Sfrutta così l’incidenza di una luce diffusa, pacata, lontana da certi contrasti drammatici barocchi, per scandire nettamente e quindi fasciare in calma successione la distribuzione volumetrica.
Nel 1797, durante l’occupazione francese, viene chiusa e occupata da una fabbrica di polvere da sparo, per poi riaprire al culto nel 1818 e essere affidata alle monache benedettine armene nel 1847. Il monastero, adibito dal 1835 a tribunale civile e penale e dal 1860 sede delle carceri, viene demolito, dopo il terremoto del 1972, poiché irrecuperabile.
La chiesa, tranne il rifacimento dell’altare maggiore, ha conservato invece integra la sua consistenza settecentesca sino al 1972, anno in cui, per i danni provocati dal sisma alla copertura, aggravati dal conseguente abbandono in cui era stata lasciata, si è verificata la caduta di zone del soffitto e danni alle decorazioni delle pareti. Attualmente sono in corso lavori di restauro per poter rendere di nuovo agibile l’edificio.