Dall’ottobre 2013 al febbraio 2014, la Soprintendenza di Brescia ha progettato, finanziato e diretto l’intervento di restauro sulle superfici della terza e della quarta campata della navata centrale della chiesa, recuperando l’apparato decorativo della volta, del cornicione e dei pennacchi delle due campate centrali e realizzando opere strutturali estradossali.
La volta della terza e quarta campata della navata centrale
L’intervento di decorazione della navata maggiore della chiesa del Carmine è stato effettuato tra il 1620 e il 1621. La quadratura è opera di Tommaso Sandrini e le raffigurazioni sono state realizzate da Bernardino Gandino, Camillo Rama e Giacomo Barucco; tutti artisti attivi in ambito bresciano. Nel medaglione centrale della quarta campata è rappresentata la Gloria Celeste di S. Alberto, nel registro inferiore, e la Santissima Trinità tra schiere di angeli e di santi nel registro superiore. I tre medaglioni più piccoli presentano cartigli azzurri e raffigurazioni sui toni dell'arancione, mentre nei pennacchi della navata maggiore sono presenti le figure delle dieci Sibille.
Il cantiere di restauro
Il presupposto dell'intervento di restauro è l'individuazione della tecnica adottata dall’artista, dei pigmenti e dei possibili leganti utilizzati, l'identificazione dei materiali impiegati durante pregressi restauri e la definizione dei prodotti di degrado che si sono creati.
All'interno della chiesa si sono riscontrati molteplici problemi di conservazione:
- Umidità e sbalzi igrometrici
- Depositi di polvere
- Distacchi e sollevamenti della pellicola pittorica
- Ritocchi dovuti a restauri precedenti
- Cinematismi strutturali (fratture nella muratura)
Una delle principali criticità rilevate è la grande lesione strutturale che taglia trasversalmente la quarta campata della navata centrale, correlata ai cinematismi determinati dalla collocazione della chiesa, eretta al di sopra del canale Bova e di altri torrenti secondari. Insieme ad essa si evidenzia un fenomeno di cedimento dei voltini delle finestre denunciato da una fitta rete di crepe e fratture.
Si è osservato inoltre come la porzione di decorazione all'innesto della volta, nella quadratura ad affresco in corrispondenza delle figure dei profeti e dei putti musicanti, manifesta livelli di degrado differenziato in relazione all'esposizione della parete: il fianco destro è maggiormente conservato, mentre lungo il fianco sinistro le figure sono meno leggibili per effetto di decoesioni superficiali e depositi di polvere determinati da impropri scambi termoigrometrici e ristagni di umidità nella muratura, orientata a nord-ovest.
Nei pennacchi tutte le sibille sono purtroppo accumunate da un degrado antropico caratterizzato dalla presenza di graffi e gocciolature di colore sulla loro superficie.
Tutte le osservazioni sullo stato di conservazione della decorazione della navata centrale di questa chiesa sono state compiute integrando le ipotesi fatte con l’esclusiva analisi visiva con le indagini chimico-fisiche di laboratorio (microscopia a scansione elettronica-SEM, micro-spettroscopia Raman e gascromatografia-spettrometria di massa), eseguite presso l'Università di Parma su campioni prelevati dalle superfici dipinte.
L'intervento conservativo è stato realizzato in continuità con i restauri precedenti, condotti tra gli anni Venti e Novanta secolo scorso, cercando di attenuarne le difformità nell'indirizzo e nell'interpretazione, orientate spesso dal gusto dell'epoca (per esempio interventi caratterizzati da eccessiva pulizia delle superfici e quelli che presentano patinature e rifacimento in stile)
I principi che regolano un intervento di restauro sono: reversibilità, durabilità, compatibilità, minimo intervento e ritrattabilità. Le principali azioni da effettuarsi durante un intervento di restauro sono molteplici, tra cui: la pulitura, il consolidamento, la stuccatura le integrazioni pittoriche.