Lavoro

Le colture e le attività impiantate nelle zone prosciugate (26.000 ettari in provincia di
Ferrara) rappresentano una profonda trasformazione economica e sociale. Basti
pensare che nel ferrarese, prima della Riforma, le proprietà superiori ai cento ettari che
impiegavano forza lavoro salariata superavano il 60%, con punte dell’80/90% nelle zone
di Massafiscaglia, Argenta, Codigoro, Mesola, Ostellato, Jolanda di Savoia e Comacchio.
Nelle stesse zone, trent’anni dopo, gli assegnatari divenuti proprietari della terra sono
più del 66%, impegnati nelle seguenti coltivazioni: grano, mais, barbabietola da
zucchero, meloni, pomodori, vite, soia. L’Ente cerca di aumentare la produttività dei
poderi, favorendo la diffusione della meccanizzazione, l’innovazione delle colture, la
zootecnia. Vengono istituiti numerosi organismi cooperativi: cooperative di assistenza e
servizi (C.A.S.A.), di trasformazione dei prodotti e commercializzazione: cantine,
caseifici sociali, centri latte, mattatoi, zuccherifici, conservifici. Ricordiamo, tra le altre
realtà cooperative, lo zuccherificio gestito dalla Coproa (Cooperativa Produttori
Agricoli) di Ostellato, costruito nel 1960 e dismesso nel 2005; lo stabilimento
Colombani per la trasformazione della frutta in succhi e marmellate, fondato nel 1924 a
Portomaggiore e in seguito trasferito a Pomposa; la Cantina sociale Bosco Eliceo di
Volania, nel comune di Comacchio, la cooperativa Lattestense di Chiesuol del Fosso nel
comune di Ferrara e il caseificio di Marozzo nel comune di Lagosanto.

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