La storia dei territori del Delta del Po è anche storia dei successivi interventi di bonifica.
Dopo le grandi bonifiche dell’Ottocento e del periodo fascista, agli inizi degli anni
Cinquanta il prosciugamento delle zone umide si lega all’applicazione della legge
stralcio di Riforma Agraria demandata all’Ente per la Colonizzazione del Delta Padano.
L’azione dell’Ente riguarda il territorio di 23 comuni compresi nelle province di Ferrara,
Ravenna, Rovigo e Venezia. L’intervento di bonifica più importante nel Basso Ferrarese
riguarda la valle del Mezzano a sud ovest di Comacchio, area in cui i lavori si
protraggono fino a metà degli anni Sessanta. Gli ultimi interventi degli anni Settanta,
sono diretti alle aree vallive Giralda e della Falce situate a ridosso del Bosco della
Mesola. A metà degli anni Sessanta la trasformazione delle zone umide deltizie in terre
asciutte e coltivabili diventa però oggetto di dibattito. E’ tramontata l’ipotesi di uno
sviluppo agricolo del nostro paese, ormai avviato verso una veloce industrializzazione.
E’ cambiato anche l’atteggiamento culturale nei confronti del paesaggio, della sua
conservazione e del suo ‘uso’: salvare le residue aree umide anche a scopo turistico
appare ormai più vantaggioso di una loro conversione agricola. Nel 1965 l’Ente Delta
Padano rinuncia a portare a termine il drenaggio delle aree comacchiesi, risparmiando
le valli salmastre di Fossa di Porto, Lido di Magnavacca, Campo e Fattibello.
Leggi l'articolo di Massimo Tozzi Fontana, Umido versus asciutto