Accanto alla opere idrauliche, l’Ente per la Colonizzazione del Delta Padano gestisce
l’assegnazione delle terre nelle aree bonificate o espropriate. A ciascun assegnatario
viene affidato un podere di dimensioni variabili legate alle caratteristiche dei terreni e
alla quantificazione della forza lavoro della famiglia. Per i poderi gli assegnatari pagano
annualmente un canone di riscatto che permette loro di diventare proprietari della
terra che lavorano nell’arco di trent’anni. Gli assegnatari hanno l’obbligo di risiedere nel
podere; per ospitare le loro famiglie vengono costruite nuove case: nel 1961 sono già
5610 per un totale di 32.000 vani. Le case sono razionali e confortevoli: a due piani, con
il bagno interno e la stalla contigua, in genere costruite appaiate lungo le nuove strade
interpoderali. Viene avviato un progetto di costruzione di nuove borgate rurali: S.
Francesco di Comacchio, Santa Giustina, Sant’ Apollinare, S. Romualdo, Borgata Corte
Cascina, Oca, Ca’ Mello, Marchiona, Sant’Antonio. Le borgate rispondono a un modello
unico, si sviluppano intorno a una piazza centrale e comprendono in genere la chiesa,
l’ambulatorio, la scuola elementare, oltre ad abitazioni ed edifici destinati ad attività
sociali. Alla progettazione e realizzazione di questi ‘borghi di servizio’ lavorano diversi
architetti e ingegneri tra cui Pierluigi Giordani, già ordinario di Urbanistica all’Università
di Padova, attento a tradurre le funzioni sociali in un’accurata valutazione planimetrica
e volumetrica delle architetture.
Leggi il testo di Beatrice Bettazzi, Le architetture della bonifica