Le opere

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Il civico museo Sartorio ospita collezioni di diversa tipologia e provenienza.

Nella parte residenziale dell’edificio trova posto la collezione storica appartenuta a Giuseppe Sartorio, che comprende 2379 oggetti d’arte, tra cui oltre 300 vasi attici, reperti romani, di epoca medioevale e moderna, e dipinti dal XV al XIX secolo. Tra le opere che è possibile ammirare si distinguono per importanza Il Pifferaio Magico attribuito alternativamente a Francesco Zugno (Venezia, 1709 – Venezia, 1787) o Giambattista Tiepolo (Venezia, 5 marzo 1696 – Madrid, 27 marzo 1770), Ritratto di Giovane di Giovan Battista Lampi il Giovane (Romeno (TN), 31 dicembre 1751 – Vienna, 11 febbraio 1830), il modelletto del Trionfo di Anfritrite copia da Giambattista Tiepolo e due carboncini realizzati da Domenico Tintoretto (Venezia, 1560 – Venezia, 17 maggio 1635), raffiguranti la Resurrezione di Lazzaro e la Decollazione di San Cristoforo.

Della collezione appartenuta a Giuseppe Sartorio fanno parte anche una serie di disegni realizzati da Giambattista e Giandomenico Tiepolo (Venezia, 30 agosto 1727 – Venezia, 3 marzo 1804). I manufatti vennero acquistati, grazie all’intermediazione di Carlo Worsty, da Pietro Zanolla nel 1893. Oggi la collezione è conservata all’ultimo piano di Villa Sartorio e conta duecentocinquantaquattro fogli, di cui venticinque lavorati sia al recto che al verso. Le due sale che li ospitano furono inaugurate nel 1998 in memoria di Giorgio Costantinides.

Al primo piano di Villa Sartorio trova posto la collezione Rusconi-Opuich formata da quadri, incisioni, icone, stampe, sculture, disegni, ventagli, gioielli e altri oggetti di arte minore. I beni, circa 2.500 pezzi, vennero donati nel 1975 da Antonino Rusconi ed, essendo lui appartenente ad un ramo della famiglia Sartorio, il lascito fu allestito nella villa.

La collezione Rusconi annovera opere di grandissimo pregio tra le quali Testa di vecchio orientale di Giambattista TiepoloSan Marco di Gaetano Gandolfi (San Matteo della Decima, 31 agosto 1734 – Bologna, 20 giugno 1802), due vedute di Ippolito Caffi (Belluno, 16 ottobre 1809 – Lissa, 20 luglio 1866)  e Madonna con Bambino di Francesco Caroto (Verona, 1480 circa – Verona, 1555).

Una delle stanze visitabili di Villa Sartorio è stata predisposta ed adibita esclusivamente alla conservazione del Trittico di Santa Chiara. Il manufatto, datato alla prima metà del ‘300, fu donato dalle monache di clausura del Monastero di San Cipriano al medico Lorenzutti, che a sua volta lo lasciò in eredità al Comune di Trieste. La parte centrale del trittico è suddivisa in trentasei formelle raffiguranti episodi della vita di Cristo, mentre nelle ultime due sono rappresentati la morte di Santa Chiara e le stigmate di San Francesco. Le portelle sono divise in tre registri: quella di sinistra riporta dall’alto verso il basso le raffigurazioni di San Giovanni Battista e San Giovanni Evangelista, San Giusto e San Sergio, San Lazzaro e Sant’Appollinare, mentre in quella di destra sono raffigurati la Pietà e la Madonna della misericordia, un Vescovo che porge un ramo di ulivo e alcune giovinette ai piedi di Santa Chiara e Sant’Agnese, Santa Barbara, Santa Caterina e Santa Margherita. La parte esterna delle portelle, visibile quando il trittico è chiuso, è decorata con la raffigurazione dei santi Cristoforo a sinistra e Sergio con l’alabarda a destra. L’artista che ha eseguito le portelle esibisce uno stile simile a quello di Paolo Veneziano mentre, le trentasei formelle sono attribuite a Marco Veneziano o al Maestro di Santa Chiara.

Alcuni ambienti di villa Sartorio sono stati adibiti all’esposizione permanente di diverse collezioni e lasciti. Al piano terra trova posto Capolavori dall’Istria, un allestimento che raccoglie beni a forte vocazione territoriale di proprietà della Soprintendenza di Trieste.

All’ultimo piano dell’edificio  è possibile ammirare la collezione Giuseppe Piperata, formata da 116 opere realizzate dal pittore triestino Arturo Fittke (Trieste 1873 – Divaccia (SLO), 1910) e l’allestimento Dejeneur Solitaire che espone il servizio da té che, secondo la tradizione familiare della donatrice Odette Pavret de la Rochefordière De Cecco, venne donato da Napoleone Bonaparte alla sua trisavola. Sullo stesso livello è possibile ammirare la collezione dei dipinti di Giuseppe Bernardino Bison (Palmanova, 16 giugno 1762 – Milano, 24 agosto 1844) e l’allestimento, nel salone degli specchi, di opere in fase di restauro.

Negli ambienti un tempo dedicati a rimessa per le carrozze, oggi è stata allestita la Gipsoteca-Gliptoteca “Silvio Rutteri” che, insieme al Giardino d’inverno, ospita opere scultoree del XIX e XX secolo.

Negli spazi sotterranei trova posto un recente allestimento dedicato all’esposizione di 250 oggetti di ceramica, frutto per la maggior parte di donazioni, e parte della collezione donata da Fulvia Costantinides.


Bibliografia essenziale
- G. Pavanello, Una guida del civico museo Sartorio di Trieste, “Arte in Friuli, arte a Trieste”, XVI-XVII, 1997, pp. 375-382
- L. Resciniti, Il civico museo Sartorio di Trieste, Trieste 1999
I Sartorio: l'arte del dono, catalogo della mostra a cura di L. Resciniti, (Trieste, Civico museo Sartorio, Civico museo di storia ed arte, Civico museo Castello di San Giusto), Trieste 1999
- Civico museo Sartorio, a cura del Comune di Trieste, Assessorato alla cultura, Trieste 2010

Museo Sartorio, collezione Rusconi-Opuich
Collezione Rusconi-Opuich


Museo Sartorio, Trittico di Santa Chiara
Trittico di Santa Chiara


Museo Sartori, mostra Capolavori dall’IstriaAllestimento della mostra
Capolavori dall’Istria

Museo Sartorio, gipsoteca-gliptoteca nell’ex rimessa carrozze (2016)
Gipsoteca-Gliptoteca
“Silvio Rutteri”