L'edificio

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In epoca medievale, nella zona in cui venne edificata Villa Sartorio, sorgevano numerosi complessi religiosi, motivo per cui l’area era stata nominata “Dei Santi Martiri”. La residenza Sartorio prese forma dalla ristrutturazione di un villa preesistente, edificata nella seconda metà del settecento su modelli palladiani. L'edificio, all'epoca della sua realizzazione, si trovava circondato da terreni coltivati e vigneti, poichè nel XIX secolo l'area risultava esterna al centro cittadino.

La struttura venne acquistata nel 1832 da Carlo d’Ottavio Fontana: le modifiche all’edificio apportate, come ad esempio la costruzione delle scuderie, vennero affidate nel 1833 all’architetto Valentino Valle. Nel 1836 l’intera proprietà della villa venne rilevata dalla figlia di Carlo, Giuseppina Fontana che aveva ereditato un terzo del bene e acquistato il resto dai fratelli.

Giuseppina insieme al marito Pietro Sartorio, nel 1838, affidò a Nicolò Pertsch i lavori di risistemazione della villa, chiedendo che venisse ampliata nelle ali che corrispondono oggi alla biblioteca, alla sala neogotica e alla cappella. La ristrutturazione durò due anni e, nel 1839, Giovanni Scalmanini (Trieste 15 maggio 1830 – 2 ottobre 1905) venne incaricato di realizzare l’ingresso principale e la casa del custode.

Nel 1943 l’abitazione venne requisita dall’esercito tedesco e successivamente adoperata dal Governo Militare alleato per adibirla a scuola per i figli degli ufficiali. Fu, inoltre, uno degli edifici cittadini che venne maggiormente utilizzato dalle truppe Americane durante il loro periodo di permanenza a Trieste.

Con il testamento del 1944, l’ultima erede Anna Segrè, lasciò la villa e le collezioni contenute al suo interno in usufrutto al comune di Trieste a condizione che divenisse un museo. Le prime cinque sale, tuttavia, vennero inaugurate appena nel 1949 e l’apertura totale della villa al pubblico avvenne solo il 18 marzo 1954.


Bibliografia essenziale
- G. G. Sartorio, Memorie, Trieste 1863, ed a cura di G. Stuparich, Trieste 1949
- S. Parmegiani, Trieste neoclassica e cultura imprenditoriale. Giovanni Guglielmo Sartorio, in Neoclassico: arte, architettura e cultura a Trieste 1790-1840, catalogo della mostra a cura di F. Caputo, (Trieste, Civico Museo Sartorio e Tempio Anglicano), Venezia 1990, pp. 308-310
- L. Resciniti, Il civico museo Sartorio di Trieste, Trieste 1999
- G. Bravar, Trieste: Museo civico Sartorio e Appartamento Morpurgo in Case museo ed allestimenti d'epoca: interventi di recupero museografico a confronto, atti del convegno a cura di G. Kannès (Saluzzo, Biblioteca Civica, 13 e 14 settembre 1996) Torino 2003, pp. 163-177

Museo Sartorio, esterno

Esterno di Villa Sartorio
ottobre 1961 

Museo Sartorio, esterno

Esterno di Villa Sartorio
marzo 2016