La collezione
print this pageAnna Segrè Sartorio, rimasta unica erede della villa di famiglia, nel 1942 fece stilare un inventario di tutti i beni e delle collezioni in essa conservati. L’ordine e la disposizione delle opere e degli arredi definiti da questo inventario non avrebbero dovuto essere modificati in alcun caso, neanche in seguito alla sua dipartita. Anna, infatti, donò al Comune di Trieste la villa disponendo che la collezione venisse disposta al primo piano e che periodicamente venisse stilata l’inventariazione di tutti i beni. Il 18 dicembre 1948, con una cerimonia pubblica, la villa e il parco vennero affidati al Comune di Trieste, ma parte dell’edificio risultava ancora occupata dal Governo Militare Alleato e dagli appartamenti dove risiedeva Salvatore Segré Sartorio. L’inaugurazione delle prime cinque sale poste al primo piano della villa avvenne il 2 settembre 1949, ma la completa derequisizione si ottenne solo nel 1953 con successiva apertura totale degli spazi al pubblico il 18 marzo 1954. La collezione Sartorio comprende arredi, stoviglie, oggettistica, dipinti e una serie di centocinquanta disegni di Tiepolo. Essa venne donata il 30 novembre 1910 da Paolina e Anna Sartorio al Comune di Trieste ma si pose subito il problema della sua collocazione. Solo quindici anni dopo, infatti, la raccolta trovò spazio nell’edificio di Via Cattedrale dove rimase fino al ricollocamento nelle sale di Villa Sartorio. Il patrimonio è arricchito dalla collezione di ceramiche antiche di Carlo d’Ottavio Fontana, lasciata in eredità assieme alla villa da Anna, e dalla collezione Rusconi - Opuich acquisita nel 1975 in seguito a donazione. Uno degli oggetti più importanti del museo è il Trittico di Santa Chiara, proveniente dal lascito del medico Lorenzutti che a sua volta lo aveva ricevuto in dono dalle monache di clausura del Monastero di San Cipriano. Bibliografia essenziale |