I restauri
print this pageLa campagna di acquisti, finanziata dal lascito baronale, comportò l’ampliamento degli spazi espositivi del Museo Revoltella attraverso l’acquisto di Palazzo Brunner, operato da Felice Venezian nel 1907. Negli anni sessanta, venne affidato al noto architetto Carlo Scarpa (Venezia, 2 Giugno 1906 - Sendai, Prefettura di Miyagi, Giappone, 28 novembre 1978) l’incarico di predisporre un progetto di riallestimento museale che avrebbe dovuto lasciare invariati gli spazi storici della dimora di Revoltella e riorganizzare la struttura interna di Palazzo Brunner, mantenendone esclusivamente i muri perimetrali. Scarpa, il 5 aprile 1963, presentò un piano di lavoro per la realizzazione di uno spazio espositivo che si articolava attorno alla sala audiovisiva; un’assoluta novità per il tempo nel campo museologico. Il progetto, che venne approvato solo nel 1966, aveva lo scopo di definire una connessione logica tra gli spazi storici e l’edificio appena ristrutturato. Il collegamento era di carattere simbolico e si rifaceva al tema dell’acqua quale trait d’union tra le sculture di Pietro Magni e la fontana realizzata nella sala d’accesso. I lavori presero avvio nel 1967 per essere sospesi nel 1970; l’anno successivo Carlo Scarpa abbandonò il progetto lasciandone la conduzione al suo collaboratore Franco Vattolo, che procedette con il riassetto nel pieno rispetto dei disegni del noto architetto veneziano. La ristrutturazione subì un ulteriore arresto e venne conclusa appena tra il 1989 e il 1991, l’anno seguente venne completato il restauro delle facciate e dei serramenti ad opera di Gianpaolo Bartoli. Negli anni novanta, in occasione del bicentenario della nascita di Pasquale Revoltella (1795-1995), vennero compiuti, nella parte storica dell’edificio, i restauri degli interni con il rifacimento del parquet, l’aggiunta di tendaggi e mobili conservati nei magazzini e il rinnovo della disposizione della collezione. Bibliografia essenziale |