La mostra "Caro Bas." Scambi di lettere tra Giorgio Bassani e gli amici intende offrire un ritratto dei sodalizi e degli incontri più importanti dello scrittore Giorgio Bassani. A tal proposito si è scelto di approfondire il periodo del dopoguerra, ovvero gli anni in cui, appena giunto a Roma, lo scrittore ferrarese costruisce la sua esperienza professionale di giornalista, poeta, romanziere ed editore. La capitale è lo sfondo di tutto il percorso e lega le diverse sezioni in cui è articolato. A Roma, Bassani si rivela nel giro di poco tempo una figura di riferimento della società letteraria dell'epoca. Accogliendo le sfide lavorative che qui gli vengono offerte, non manca mai di immergersi in nuovi sodalizi, di avviare stimolanti collaborazioni, confronti umani e intellettuali, "di incamminarsi per la strada" (Pasolini a Bassani, 13 febbraio 1950) al fianco di nuovi amici, con cui condividere la passione per il proprio lavoro: Elsa Morante, Alberto Moravia, Federico Fellini, Pier Paolo Pasolini, Niccolò Gallo sono solo alcuni dei personaggi il cui cammino si è intrecciato proprio a Roma con quello di Bassani.
Promossa dal Comitato per le Celebrazioni del Centenario della nascita di Giorgio Bassani, dalla Fondazione Giorgio Bassani, dalla Biblioteca Ezio Raimondi dell’Università di Bologna, la mostra è stata costruita attraverso materiale prevalentemente epistolare, ma anche di natura manoscritta e bibliografica. Tutte le lettere qui presentate sono inedite. Di importanza fondamentale per questo allestimento è stato l'Archivio degli eredi di Giorgio Bassani, che si ringraziano per la disponibilità, all'interno del quale si trova l’epistolario bassaniano, memoria diretta dei sodalizi dello scrittore ferrarese.
Il percorso si sviluppa in tre sezioni. La prima («Le lettere romane» di Giorgio Bassani) vuole presentare un quadro complessivo della vita di Bassani nella capitale: ricostruisce, perciò, l'arrivo a Roma nel 1944 e l'impressione che la città diede allo scrittore in questo primo momento. Parallelamente è ripercorsa anche la nascita di alcuni sodalizi e lo sviluppo di altri, còlti nella loro dimensione quotidiana, dei caffè storici (Caffè Rosati), delle trattorie tipiche e dei salotti letterari (quello di Maria e Goffredo Bellonci, ad esempio). Entrambe le due successive sezioni raccontano, in maniera diversa, la condivisione dei progetti letterari con la comunità di amici. La seconda sezione (Bassani redattore: «Botteghe Oscure») ricorda il lavoro di Bassani come redattore presso la rivista «Botteghe Oscure» e mette in luce le sue capacità di mediatore culturale e di acuto critico. La terza sezione (Bassani scrittore: i commenti degli amici alle Cinque Storie ferraresi), invece, ha per protagonista la letteratura bassaniana, raccontata attraverso i giudizi, gli apprezzamenti e i suggerimenti offerti per lettera dagli amici sulle Storie ferraresi.
Seguono, infine, quattro approfondimenti dedicati rispettivamente a Niccolò Gallo, instancabile consulente di Giorgio Bassani, a Pier Paolo Pasolini, di cui Bassani riconobbe e valorizzò molto presto il genio creativo e con cui condivise diversi lavori per il cinema, ad Attilio Bertolucci, la cui lunga amicizia con Bassani nacque all'università per poi essere rinnovata a Roma negli anni '50, e infine, di Mario Soldati, che oltre a introdurre Bassani nel mondo della settima arte, si impegnò a fornirgli consigli per la sua crescita artistica. Quattro amici che, in forme diverse, condivisero con lo scrittore ferrarese l’amore per l’arte e la letteratura.
Per Giorgio Bassani gli scambi con gli amici diventano presto veri e propri laboratori, che conservano traccia della dialettica tra la creatività del singolo e la comunità letteraria; questi sodalizi ci fanno immergere in un’epoca in cui l’incontro tra intellettuali è un motore potente che anima iniziative culturali e letterarie.