Il primo impulso a comporre, rielaborare e pubblicare Le cinque storie ferraresi è dato a Bassani dall'esortazione «affettuosa e imperiosa insieme» di un'amica, Marguerite Caetani, che su «Botteghe Oscure» pubblica tutti i suoi racconti, fatta eccezione per il quarto (Gli ultimi anni di Clelia Trotti), dato alle stampe per la prima volta su «Paragone» (cfr. G. Bassani, Laggiù in fondo al corridoio, ne L'odore del fieno, pp. 935-941).
In seguito tutti gli amici più cari di Bassani avrebbero seguito con attenzione ogni fase della vicenda compositiva ed editoriale della prima opera della maturità: numerosi sono i commenti, le congratulazioni, le critiche, le proposte che hanno accompagnato e influenzato il travagliato percorso dei cinque racconti.
Infatti, dal 1937, anno in cui viene abbozzata la prima storia (Storia di Debora), fino alla versione definitiva del 1980 (ne Il romanzo di Ferrara, Milano, Mondadori), i racconti cambiano titolo (il primo prenderà il nome di Lida Mantovani), struttura, veste linguistica e sede di pubblicazione.
Nel 1956, Le cinque storie ferraresi (Torino, Einaudi) vincono il Premio Strega, a cui segue una reazione altamente positiva da parte di critici e scrittori. Nel 1974, poi, esse vanno a costituire il primo libro, Dentro le mura, de Il romanzo di Ferrara (Milano, Mondadori). Ma è «fuori le mura» che Bassani compone e pubblica la sua raccolta di racconti: Roma diviene il punto privilegiato da cui osservare Ferrara, grazie a una distanza geografica ed emotiva che sola può garantire a Bassani un auspicato sguardo lucido e distaccato sulla propria città natale.