IV. Niccolò Gallo

Poco dopo il suo trasferimento a Roma, Bassani scopre un fondamentale punto di riferimento in Niccolò Gallo, critico letterario di pochi anni più grande di lui. Come Bassani, anche Gallo durante la guerra aveva partecipato alla lotta antifascista, militando tra le file di Giustizia e Libertà, e in seguito, si impegna come critico militante negli stessi progetti editoriali a cui anche Bassani partecipa. Tra questi «Lettere d’oggi», che nel primo numero accoglie alcune prove liriche del poeta ferrarese (Te lucis ante: 1-4, «Lettere d’Oggi», n.s. 1, ottobre 1946, p.1).

Inizia così un rapporto che, senza litigi né rotture, durerà nel corso degli anni. Presto Bassani (chiamato dall'amico affettuosamente Zorz, come documentato dalle lettere che i due si sono scambiati negli anni) scopre che la dialettica con Gallo è preziosa per la sua scrittura e inizia a sottoporre molti versi all’amico, che lo aiuta ad acquistare una maggiore sicurezza stilistica. In segno di riconoscenza, la raccolta Te lucis ante (1947) e la sezione omonima di Un’altra libertà (1951) sono dedicate proprio a lui.

Anche sul versante della prosa, lo scambio con Gallo si rivela decisivo. Non solo Gli ultimi anni di Clelia Trotti esce nella collana Il Castelletto che il critico dirige per Nistri Lischi (1955), ma anche la composizione dell’ultimo romanzo, L’Airone, è seguita da vicino. Gallo dopo averne letto la prima stesura, ne riconosce subito il valore e la particolarità rispetto alle altre prose bassaniane. Infine, Bassani consacra la versione ultima de Il romanzo di Ferrara proprio all’amico, che nel corso degli anni aveva seguito e sostenuto la sua parabola letteraria con i modi discreti e la grande generosità che sempre lo avevano contraddistinto.