Un sogno lungo un secolo: il telefono cellulare
print this pageE’ una curiosa immagine d’archivio di quasi un secolo fa quella che documenta uno dei primi esperimenti di telefono portatile in mobilità: l’invenzione è di un ingegnere americano, tale W. W. Macfarlane di Philadelphia. Era il 1919. Perché il sogno della portatilità e mobilità si concretizzasse come consumo di massa si dovette aspettare l’ultimo decennio del secolo con la diffusione del cellulare. Già nel 1991, a un anno dal suo lancio, sul mercato italiano il numero di utenti superò di molto il mezzo milione e nel 1999 sorpassò quello della telefonia fissa.
Nel 2000 gli utenti erano quasi 42 milioni e nel 2004 superarono il numero degli italiani. Il telefono cellulare è dunque il bene tecnologico più “democratico”, in quanto più diffuso e accessibile a tutti. Evidentemente ha risposto a desideri antichi e profondi, come la possibilità della comunicazione interpersonale a distanza per placare ansie, mantenere amicizie e affetti, non essere esclusi da reti sociali e di lavoro. Da bene di consumo opzionale è diventato accessorio personale, dato come scontato e quindi di fatto obbligatorio.
L'ESPERIMENTO DEL TELEFONO SENZA FILI DI MR. MACFARLANE, 1919
L’esperimento di Macfarlane fu descritto dalla rivista americana «Electrical Experimenter» nel giugno 1919. Il complesso marchingegno era composto da una scatola, a cui erano connessi un trasmettitore vocale e un ricevitore, e un’antenna formata da tre tubi di stufa tenuti in posizione eretta. Con questo ingombrante apparato, a bordo di un’automobile in movimento, Macfarlane riuscì distintamente a sentire al ricevitore la voce della moglie che parlava dal garage di casa distante circa 500 metri. Seduti a bordo dell’automobile anche un giornalista e un fotografo per documentare questa prima telefonata con un apparecchio senza fili che aveva tutti i requisiti per essere un evento.
QUI COMINCIA UN'ALTRA STORIA
Macfarlane intravedeva grandi potenzialità per il suo modello di telefono, soprattutto nei campi di battaglia. Ma la promessa era quella di un telefono portatile per tutti: “Chiunque porti con sé una piccola borsa con il telefono senza fili e un ombrello tenuto verso l’alto può camminare per strada parlando con la moglie a casa dall’altro capo della città”.
Per la realizzazione di quella promessa, abbandonati ombrelli e apposite borse, furono necessari alcuni decenni. Oggi con i cellulari e poi con gli smartphone le possibilità di comunicazione sono andate ben oltre la possibilità di scambiare qualche chiacchiera. Comunicazione interpersonale e di massa, suoni e testi, immagini fisse e in movimento, navigazione in Internet, partecipazione ai social network e tutto ciò che ha a che fare con la comunicazione (canali, prodotti, codici) sembra poter trovare in uno smartphone la sua possibilità di trasmissione, produzione e archiviazione. Ma lo smartphone è anche altro: è una vetrina, un punto vendita nonché uno strumento di consumo per una nuova merce, le application, più note come “app”. E qui comincia un’altra storia.