Profitti e pubblicità nei primi anni di guerra
print this pageL’entrata in guerra aumentò sensibilmente la domanda di servizi di comunicazione, sia da parte dell’amministrazione statale, e soprattutto di quella militare, sia da parte dell’utenza privata, traducendosi in impreviste eccedenze per tutte le aziende del settore che denunciarono bilanci vistosamente in attivo. La Stet, la finanziaria del gruppo Iri che controllava le tre concessionarie del Nord, promosse nel 1941 la realizzazione della prima vera campagna di comunicazione pubblicitaria, dopo la crisi del 1929, destinata a incentivare nuovi abbonamenti. Le iniziative promozionali si rivelarono quantomeno inattuali: nessuno fra gli operatori telefonici poteva in quegli anni essere in grado di rispondere a un aumento della domanda privata. Presto infatti le concessionarie si lamentarono per la “congestione del traffico” la cui causa principale era individuata “nell’abuso” che si faceva del telefono da parte degli utenti.
LA CAMPAGNA STET DEL 1941
Le colorate locandine prodotte nel 1941 dalla Stet sottolineavano i vantaggi del telefono per sentirsi vicini ai congiunti lontani (un figlio sotto le armi o un papà in viaggio d’affari) o per fare più comodamente la spesa in negozio senza uscire di casa. Artigiani e professionisti potevano a loro volta trattare i loro affari per telefono a un costo contenuto: “20 parole costano L. 2” si legge in una delle pubblicità. Il metro di paragone continuava dunque a essere il concorrente servizio telegrafico.
IL TELEFONO FRA I PRODOTTI DELLE "CAMPAGNE COLLETTIVE"
Il documentario Luce del 1941 intitolato La folla e il fiume, per la regia di Pietro Benedetti, è dedicato alle “campagne collettive”, realizzate in quegli anni per promuovere collettivamente alcuni prodotti italiani con finanziamenti statali. Lo scopo “era quello di indirizzare, arginare, dirigere i comportamenti individuali che non potevano essere imposti per legge, verso obiettivi collettivi positivi. Come il fiume fatto da piccole gocce, così la folla, composta da individui, poteva produrre esiti benefici o disastrosi per l’economia nazionale. Per questo dovevano essere utilizzate le opportune tecniche di persuasione”. Insieme alla birra e ai cappelli made in Italy era propagandata l’adozione del servizio telefonico nelle case illustrandone tutti i benefici.
Vai al documentarioGLI INTROITI ECCEZIONALI
Nel primo semestre del 1943, per quanto le spese per riparare i danni di guerra risultassero ingentissime, i ricavi di tutte le società che operavano nel campo telefonico furono di molto superiori a ogni previsione, tanto che i diversi CdA deliberarono anticipi sui dividendi dell’anno.
Da lì a poco, con lo sbarco delle forze angloamericane nel mese di luglio, niente sarebbe stato come prima.