Il sistema telefonico
print this pageCarta d'Italia del servizio telefonico urbano: densità degli abbonati riferita a 1000 abitanti, 1930-1931 (Archivio storico Telecom Italia)
In Italia, dopo decenni di grande incertezza su quale fosse la soluzione più adeguata alla gestione del servizio telefonico, se in mano privata o affidata allo Stato, nel luglio 1925 entrò in vigore la riforma che ridisegnò l’intero sistema telefonico nazionale. Il territorio italiano fu diviso in macro aree affidate alla gestione, in concessione, di cinque società private e fu creata per le comunicazioni interurbane e internazionali l’Asst - Azienda di Stato per i servizi telefonici, che aveva anche il compito di controllo e vigilanza sull’attività delle cinque concessionarie.
Le comunicazioni intercontinentali, a partire dalla metà degli anni Trenta, furono gestite dall’Italcable, che già dal 1921 operava nel campo delle telecomunicazioni telegrafiche tra l’Italia e le Americhe. Alla società Italo Radio, fondata nel 1923, furono affidati i servizi radiotelegrafici e radiotelefonici.
CONCESSIONARIE E LOGHI
La I zona, che comprendeva Piemonte e Lombardia, divenne l’area di competenza di Stipel, società dell’importante Gruppo elettrico Sip diretto da Gian Giacomo Ponti. La II zona, che raggruppava le Tre Venezie, il Friuli e i territori di Zara, fu data in concessione a Telve. La III zona, che comprendeva l’Emilia, le Marche, l’Umbria, l’Abruzzo e il Molise, fu affidata a Timo; la IV zona, che si estendeva tra Liguria, Toscana, Lazio e Sardegna, fu assegnata a Teti. La V zona, che comprendeva le restanti regioni dell’Italia meridionale e la Sicilia, fu assegnata a Set.
Nel giro di pochi anni anche Timo e Telve entrarono nel Gruppo Sip. Quest’ultimo, travolto dalla crisi del ’29, fu salvato dall’intervento dell’Iri. Nel 1933 fu fondata la Stet, società finanziaria dell’Iri per il settore telefonico.
PROTAGONISTI: GIAN GIACOMO PONTI
Ingegnere, docente universitario del Politecnico di Torino e imprenditore, con una solida esperienza nel mondo dell’impresa americana, fu in Italia nei primi decenni del Novecento protagonista dell’industria elettrica e di quella telefonica. Nel primo dopoguerra riorganizzò la Sip (Società Idroelettrica Piemonte) e sotto la sua direzione nacque la Stipel, di cui divenne presidente, che si affermò come la più importante concessionaria telefonica italiana impegnata anche nella creazione di infrastrutture. Nel giro di pochi anni riuscì a porre sotto il controllo della Sip anche le altre due concessionarie del Nord, e cioè la Telve e la Timo. Si chiamò “Cavo Ponti” la struttura di collegamento Torino-Milano-Laghi tramite cavo sotterraneo.
LA PROPAGANDA TELEFONICA
Tra le cinque concessionarie private, la Stipel fu quella che più di tutte investì in pubblicità, con l’obiettivo di promuovere l’uso del telefono, conquistare la fiducia degli abbonati ed “educare” il pubblico a un uso corretto del mezzo. I modelli di riferimento erano individuati nelle attività di comunicazione di alcune compagnie telefoniche europee e soprattutto americane. A capo di questa allora pioneristica attività fu chiamato il giovane giornalista torinese Andrea Viglongo, forse il primo addetto in Italia al settore delle pubbliche relazioni. Fra i mezzi messi in campo: pubblicazioni, inserzioni pubblicitarie, opuscoli informativi e una rivista, «I telefoni d’Italia», destinata agli utenti del servizio.
PROTAGONISTI: ANDREA VIGLONGO
Dopo essere stato redattore di «Ordine Nuovo» e amico e collaboratore di Gramsci, a venticinque anni gli fu affidato da Ponti l’ufficio di Pubbliche relazioni nella Sip elettrica e nella Stipel. Fondò e diresse l’originale rivista «I telefoni d’Italia. Organo di propaganda per il progresso telefonico nazionale», il primo bollettino ufficiale rivolto agli abbonati effettivi e potenziali del telefono, in cui coinvolse artisti, giornalisti e scrittori. In quelle pagine trovavano spazio bozzetti umoristici, testi di intrattenimento ma anche approfondimenti su questioni non marginali, come per esempio quelle legate al concetto del telefono come “servizio pubblico”, tema caro alla pubblicistica statunitense. Dopo l’esperienza in Sip, promosse una sua casa editrice.
DALLE CARTE DI ANDREA VIGLONGO
La propaganda delle società telefoniche americane ed europee fu sovente fonte di ispirazione per l’attività di comunicazione della concessionaria Stipel. Le carte del Fondo Andrea Viglongo, conservato presso l’Archivio storico Telecom Italia, custodiscono vari esempi di pubblicità telefonica prodotta all’estero.
PROTAGONISTI: GUGLIELMO MARCONI
E’ l’inventore della radio per aver sviluppato per primo un efficace sistema di comunicazione di telegrafia senza fili via onde radio, detto anche radiotelegrafo, la cui evoluzione portò allo sviluppo dei moderni sistemi e metodi di radiocomunicazione. Inizialmente non intuì le potenzialità della sua invenzione per la comunicazione di massa. Oltre che inventore e scienziato, fu anche un brillante imprenditore, a capo di potenti multinazionali e scontrandosi per questo con altri potentati economici. Fu tra l’altro anche presidente di Italo Radio, società confluita nel 1941 in Italcable. Figura di spicco degli ambienti mondani di inizio Novecento, insignito del Nobel per la fisica nel 1909, fu assunto da Mussolini come personaggio simbolo del genio italiano.
LE ORIGINI DI ITALCABLE
Attiva nel campo delle comunicazioni transoceaniche, la società Italcable nacque a Milano nel 1921. Lavorava in stretta connessione con l’Italo Radio, società che ebbe come presidente per alcuni anni Guglielmo Marconi, fino alla fusione nel 1941 quando nascerà l’Italcable servizi cablografici, radiotelegrafici e radioelettrici.