I rapporti con Albrecht Dürer
print this pageLa veduta di Venezia venne per molto tempo ritenuta mano di Albrecht Dürer, probabilmente l'influenza della pittura nordica sullo stile del de' Barbari ha dato adito a questa attribuzione, inoltre l'artista ha avuto modo di confrontarsi proprio con Dürer sul tema delle proporzioni e della geometria. (Ferrari, 2002; Schulz, 1990)
Quest'ultimo in una lettera nel suo viaggio in Italia nel 1494 scrive a Bilibaldo Pirkheimer, letterato e senatore di Norimberga, che, secondo i veneziani, ci sono molti artisti più talentuosi di maestro Jacopo, stimato e portato in auge solo da Anton Kolb, il mercante tedesco che gli commissiona la veduta di Venezia.
« […] e vi faccio anche sapere che qui ci sono artisti che hanno assai più talento di maestro Jacopo; solo Antonio Kolb giura che non esiste al mondo miglior pittore di Jacopo. Qui se la ridono di lui, e dicono che se fosse stato buono sarebbe rimasto qui. […] »
(Servolini, 1994)
Questa affermazione è molto importante in quanto ci permette di ricostruire i rapporti tra de' Barbari, Kolb e Dürer. (Ferrari, 2002; Servolini, 1994)
I due artisti si incontrano di nuovo a Norimberga o a Venezia nel 1495. (Falchetta, 1991) E successivamente a Norimberga nel 1504. (Ferrari, 2002)
Tuttavia esiste un'ipotesi supportata da Ephrussi (1876) e Servolini, che suppone un primo viaggio del de' Barbari a Norimberga intorno al 1490, dove avrebbe conosciuto il giovane Dürer.
Riportiamo la trascrizione di Ephrussi della prefazione inedita del Trattato di Dürer sulle proporzioni del 1528:
« […] un certo uomo chiamato Jacopo […] nato in Venezia »
« […] Quantunque non trovi chi abbia scritto, per quanto io sappia, sul Canone dell'umana Proporzione, faccio eccezione per un certo Jacobus, nato a Venezia, grazioso pittore. Egli mi mostrò le figure di un uomo e di una donna, che aveva disegnate secondo la legge delle proporzioni: così che io, in quell'epoca, vidi che aveva in mente di avermi mostrata una nuova conquista […] Io ero ancora giovane e non avevo mai sentito parlare di cose simili […] ma il prelodato Jacobus non volle mostrarmi chiaramente il suo segreto […] Da quell’uomo io appresi il principio […] ».
(Servolini, 1994)
Dopo la sua morte , nel 1521, Dürer cercherà di recuperare dalla reggente dei Paesi Bassi, Margherita d'Austria, un libretto di disegni del de' Barbari che tanto lo aveva affascinato. (Ferrari, 2002; Pignatti 1964)
Infatti, l'artista tedesco è influenzato anche dai disegni del de' Barbari, in modo particolare in una collezione dureriana appartenuta a Massimiliano c'è un disegno a penna acquarellato "Arione che cavalca il delfino" che riprende i tratti del Nettuno raffigurato nella veduta di Venezia. (Servolini, 1994) Come anche la stampa di "Adamo ed Eva" è un esempio dell'influenza del de' Barbari su Dürer. (Servolini, 1994)