Verso il codice Landiano. Un viaggio a ritroso nel tempo
Tre libri di verde vestiti tra collezionismo dell’antico e del moderno
L'Oratio dominica del 1806 contiene la traduzione in 155 lingue del Pater Noster, ed è forse il più vasto catalogo di alfabeti e di caratteri tipografici mai pubblicato. Quest’opera rappresenta un capolavoro, prodotto dalla tipografia parmense di Giambattista Bodoni (1740-1813), la più prestigiosa dell'epoca, in competizione con la tipografia imperiale francese. Un'altra edizione dell'Orazio dominica, pubblicata a Parigi nel 1805, è anch’essa presente nella Biblioteca del marchese Ferdinando Landi. Rispetto all'edizione francese, quella bodoniana risulta più sontuosa grazie al maggiore formato e al maggior numero di lingue documentate.
La pubblicazione, dedicata al vicerè d'Italia Eugenio di Beauharnais, fruttò al Bodoni ricchi doni e una pensione annua di 1.200 lire italiane. Il Beauharnais trattenne tutti gli esemplari della tiratura, cosa che contribuì a rendere l'opera ancora più rara e appetibile per i collezionisti.
Sia il Codice Landiano che l’Oratio dominica hanno una legatura, secondo il gusto del tempo, in marocchino verde, con carte di guardia di seta rosa e fregi dorati. Entrambi sono dotati di cofanetti molto somiglianti nella copertura e nei fregi utilizzati per le cornici. Almeno per le due legature è provata la comune origine; non si può tuttavia stabilire se esse risalgano a prima o dopo l'acquisizione da parte di Ferdinando Landi.