"...confesso esser nata da Parenti Heretici, e da essi instrutta nell'errori, et empia setta di Calvino..."
A quasi un secolo dall'efferato "Sacro macello" (luglio 1620), quando, per mano di bande armate cattoliche, morirono centinaia di protestanti e moltissimi altri fuggirono esuli, sopravvivevano evidentemente in Valtellina sparute minoranze di calvinisti: ad una famiglia riformata apparteneva la giovane che, nel mese di settembre del 1715, abiurò "gli errori" di quella "empia setta" per convertirsi al Cattolicesimo.
Anna Maria
Atto di abiura della confessione protestante di Anna Maria de Cominil
1715 settembre 7, in Sondrio nella Collegiata dei Santi Gervasio e Protasio
ASSo, Fondo Notarile, notaio Zanatti canonico Giovanni, b. 6505, anno 1715, cc. 65-71
"All’hore sedeci incirca" di sabato 7 settembre 1715, nella Collegiata dei santi Gervasio e Protasio di Sondrio, "compariva spontaneamente" Anna Maria de Cominil.
L’arciprete, "sedente sopra una cathedra coperta di seta", si accinge a celebrare una cerimonia molto particolare: si tratta di un atto di abiura della confessione protestante.
Della donna che lo compie non sappiamo granché. Ci viene presentata come una donna "d’età d’anni 38 circa, la quale spontaneamente ha esposto esser nata da padre e madre heretici calvinisti". La motivazione addotta per la conversione al cattolicesimo è molto semplice: "vedendo le ceremonie che usano li catolici intorno al culto della religione, ascoltando le loro prediche e messe […] son rimasta inclinata alla santa fede catolicha apostolica romana".
Dopo aver elencato gli "errori" della "empia setta di Calvino", Anna Maria li rifiuta punto per punto e si dichiara "pronta ad abbrachiare" la fede cattolica.
L’arciprete, che si dice "informato" della "sufficiente instrutione nelle cose della santa fede catolicha" della donna, pronuncia la sua sentenza: "dichiariamo che voi Anna Maria suddetta per le cose da voi confessate, siete stata heretica […] ma perché spontaneamente voi siete comparsa avanti a noi delegato et havete liberamente confessato detti vostri errori, et heresie dimandandone misericordia e perdono, siamo contenti di assolvervi dalla scomunica".
Anna Maria, giurando su "li sacrosanti evangelii che tocco con le proprie mani", compie formale atto di abiura, ottenendo così "di poter vivere e morire nel grembo della santa fede catholica apostolica romana".