"Nota di la roba data in dota a Catelina filiola de Raimondo Curtone molie de Bertolame Galiziolo di Curtone" (dettaglio)
I documenti d'archivio riportano elenchi circostanziati dei beni delle donne: beni dotali, beni ereditati e beni famigliari amministrati per conto dei figli minori; vestiario, oggetti per la casa, ma anche terreni e attività commerciali, a testimoniare una partecipazione femminile tutt'altro che passiva alla vita sociale ed economica.
Rosa, l'amministratrice
Amministrazione dei beni de minori di Bartolomeo Parravicini e spese per la dote di Ortensia Parravicini.
1624 settembre 13
ASSo, Fondo Notarile, notaio Sertoli Giovanni Battista qm Giorgio, b. 3763, cc. 209r-224r.
Rosa fq nobile d. Prospero Parravicini di Sondrio sposò Bartolomeo Parravicini, il quale morì nel 1620; in seguito a questo evento fu nominata tutrice e amministratrice dei beni dei figli Isabella, Ortensia, Nicolò e Severino. Successivamente la donna contrasse un nuovo matrimonio con il nobile milanese Giovanni Ambrogio Rho.
L’atto del 13 settembre 1624 dà conto dell’amministrazione da lei fatta dei beni dei minori per gli anni 1622 e 1623. Dopo una prima parte nella quale sono riportati debiti, crediti, affitti e interessi, l’inventario passa all’elenco delle uscite per la gestione quotidiana della casa (da c. 215r) tra le quali figurano le spese per due porte e il compenso per la maestra incaricata dell’istruzione della figlia Isabella (c. 215v).
Oltre al vestiario quotidiano dei figli (pantofole, scarpe, pantaloni, gonne...), sono indicate le spese per il vestito da sposa di Ortensia pagato lire valtellinesi 445 soldi 14 (c. 218v), al quale si aggiungono spese generali in occasione del matrimonio ammontanti a lire 100 (c. 219r). Ortensia, nell’autunno 1623, si sposò con Andrea Lazarone di Tirano.
I vestiti di Margarita
Lista dei beni mobili lasciati dalla defunta madonna Margarita fq messer Orazio Guanzato e moglie in seconde nozze di messer Andrea Sertore de Lanzada.
1625 settembre 29
ASSo, Fondo Notarile, notaio Sertoli Giovanni Battista qm Giorgio, b. 3763, cc. 3r-6v
L’inventario dei beni della defunta Margarita, abitante a Sondrio, è ricco di abiti, sia nuovi che usati: scossali con veli e pizzi, giacche (alcune in velluto e seta), cuffie al grogano (tessuto di seta e lana di capra).
Tra gli indumenti compare un giaccone di seta color del mare, un giaccone rosso, uno turchino, mentre tra gli accessori sono menzionati un filo di perle consumato e quattro anelli d’oro leggeri.
Tra i beni immobili compare anche il possesso di tre mulini in località Gombaro.
La dote di Catelina
Nota di la roba data in dota a Catelina filiola de Raimondo Curtone molie de Bertolame Galiziolo di Curtone.
1645 maggio 21, in Gerola
ASSo, Fondo Notarile, notaio Ninguarda Giovanni, b. 4243, cc. 297r-298v [cartulazione moderna a matita]
Nell’elenco della dote oltre a letto, lenzuola e una coperta, sono annotati due vestiti neri con maniche, una sottoveste, un vestito turchino con maniche, un altro vestito nero "portato uno poco", un mezalano bianco con maniche indicato con i termini "di sotto" e "di sopra", 12 braccia di mezalano.
Al verso dell’ultima carta bianca compare la dicitura “Questa è la lista delli mobili grossi".
Le sorelle ereditiere
Eredità del mercante Agostino Tonella lasciata alle figlie Margherita, Maddalena e Anna.
Inventario di tutti li beni mobili, immobili, raggioni & lasciati dal qm Agostino Tonella di Sondrio confettore habitante in Morbegno fatto per madonne Margarita, Madalena et Anna sorelle et heredi del suddetto q. Agostino et tutte figliole del q. Ser Agostino della Tonella (…) alla presenza ancora di madonna Cattarina moglie del suddetto.
1650 maggio 2
ASSo, Fondo Notarile, notaio Ninguarda Giovanni, b. 4247, cc. 219v-249v
Margherita, Maddalena e Anna Tonella erano figlie di Agostino, mercante e possessore di una conceria situata in Gandolina, nelle vicinanze del torrente Bitto, e di una bottega nel borgo di Morbegno. Agostino morì nel 1650.
Il 2 maggio 1650 a Morbegno in Gandolina venne redatta la divisione dei beni del defunto Agostino e compilato l’inventario relativo.
L’elenco dei beni riportati nell’atto comprende non solo debiti e crediti, ma un’analisi dettagliata dei beni presenti nella casa e nella bottega suddivisi per stanze, troviamo botti di vino, pentole, setacci, sacchi di farina, tavoli, lenzuola, "coperte nove di filo, una con fondo bianco et il fior rosso, et l’altra con il fondo bianco et il fior parte verde et parte rosso" (c. 221r); lenzuoli di lino e di canapa; panno visentino turchino fioretto; pelli di camoscio; quadri; un inginocchiatoio; un vestito di panno turchino; una casacca turchina foderata di pelo.
Nella bottega erano presenti pelli, tomaie e forme, scarpe già pronte per la vendita.
Caterina la negoziante
Scioglimento della società creata per la gestione di un negozio a Villa di Tirano
1728 settembre 16, Villa di Tirano
ASSo, Fondo Notarile, notaio Gramatica Gio. Pietro, b. 7688, cc. 520r-532r
Il 3 novembre 1722 il notaio Belboe Luigi rogò l’atto costitutivo della società tra Giacomo Antonio fq ser Francesco Castagna e Caterina fq del nobile Orazio Torelli e vedova di Giovanni Pietro Castagna, fratello di Francesco, in qualità di tutrice dei figli Francesco e Orazio.
Dopo sei anni i due contraenti decisero di porre fine alla loro società e affidarono la valutazione dei beni e la redazione dell’inventario a Giacomo Antonio Merizzi qm Valentino e al mercante Giuseppe Palazzi. Il registro comprende una lista chiamata B, relativa ai debiti, e l’inventario vero e proprio redatto l’11 settembre 1728 con i beni presenti nel negozio di Villa di Tirano.
Il negozio vendeva beni di diverso tipo, dal cotone alla polvere da sparo, dalla carta ai tessuti, dagli anelli ai pettini, dai veli ai fazzoletti, dallo zucchero candito allo zenzero. Nell’inventario sono presenti anche nero fumo e noce di galla, ingredienti necessari alla produzione di inchiostri e libri di carattere religioso come rituali romani e cibo dell’anima (alcuni in pergamena).
Lo scioglimento della società fu approvato dal console di giustizia Giuseppe Maria Lambertenghi.