Nacque a Campagnano di Roma il 7 dic. 1800 da Tiberio e da Maria Gabrielli, in una modesta famiglia di agricoltori di antiche origini picene. Nel 1802, rimasto orfano del padre, fu accolto insieme con i due fratelli maggiori nella casa romana di un medico nativo di Campagnano, amico di vecchia data dei Maggiorani, Dario Fedele Angelucci, con il quale più tardi la madre avrebbe contratto seconde nozze.
Conclusi gli studi umanistici presso il Collegio romano, si iscrisse alla facoltà medica della Sapienza; conseguì la laurea il 13 luglio 1819 e la matricola che lo abilitava all'esercizio professionale il 18 luglio 1820.
Nel 1824 iniziò a esercitare la professione medica come assistente presso l'ospedale S. Giovanni. Si distinse presto come valente clinico, fornito di ottima preparazione teorica.
L'esito negativo del concorso per medico assistente dell'ospedale S. Spirito, al quale aveva partecipato il 16 sett. 1825, gli apparve assolutamente ingiustificato e lo indusse a pubblicare un articolo in cui rivendicava la validità della prova sostenuta e denunciava apertamente l'assoluta incompetenza specifica degli esaminatori.
Trasferito l'anno successivo presso il piccolo ospedale di S. Maria della Consolazione, solo nel 1829 poté finalmente entrare nell'organico del S. Spirito, il più grande dei nosocomi romani e sede dell'insegnamento universitario di clinica medica istituito da Pio VII nel 1815.
Aveva intanto iniziato a esercitare la professione anche privatamente, affermandosi presto per la sua capacità, particolarmente apprezzata, tra gli altri, da G.G. Belli.
Nel 1844 il M. poté finalmente raggiungere due ambiti traguardi: nel marzo fu ammesso nel Collegio medico-chirurgico, divenendo in tal modo un autorevole funzionario dello Stato nel settore igienico-sanitario; nel settembre fu nominato professore titolare della cattedra di medicina politico-legale, insegnamento istituito alla Sapienza nel 1824 che abbracciava allora il campo notevolmente esteso della medicina forense e della polizia sanitaria.
Pur essendosi avvicinato ad ambienti liberali e pur avendo fatto parte della Commissione medico-chirurgica della Repubblica Romana, il M. si mantenne fedele al governo pontificio, tanto che alla caduta della Repubblica, nell'agosto del 1849, fu nominato medico visitatore della Dogana e, a novembre, membro della commissione preposta alla difesa sanitaria dello Stato.
Subito dopo la presa di Roma, fu chiamato a far parte della Giunta provvisoria di governo nominata da R. Cadorna il 22 sett. 1870 e il successivo 7 ottobre della delegazione che consegnò al re i risultati del plebiscito romano di adesione....
Ebbe anche inizio in quel primo periodo della Roma italiana la partecipazione del M. alla vita politica: il 13 nov. 1870 fu eletto consigliere comunale e il 15 nov. 1871 fu nominato con regio decreto senatore del Regno. In Senato si impegnò per il riordino degli studi medici nelle Università, e partecipò con importanti proposte ai dibattiti sulla sanità pubblica e alle discussioni sui progetti di codice penale.