L'attestazione dei mestieri
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Allo stesso modo è stato possibile esaminare i dati sui mestieri, anche questi riassunti in tabelle tematiche divise per secolo. Nei riveli del 1584 il mestiere è indicato solo 13 volte, oltre ad un medico (Mauro Gurreri) e un mercante (Marco Peroxino) troviamo la più generica indicazione di mastro. Anche per il secolo successivo vale lo stesso, 57 mastri, un medico (Simone Schicchi) e un trombettiere (Francesco Fiduccia). Infine, nel 1748, 110 mastri e un notaio (Giuseppe Majmone).
Note sulla merce di bottega e gli oggetti preziosi
Scorrendo le ultime colonne della tabella (gioie, oggetti e altro) sporadicamente si trovano informazioni che permettono di identificare il tipo di attività svolta dal mastro. Quando non è specificato nemmeno il mestiere, può essere indicativa la notizia di una gravezza stabile corrisposta per l’affitto di una bottega o ancora l’elencazione del mobilio (stiglio), degli utensili da lavoro e della merce presente in quest’ultima (merci et drogarie, oggetti di spezieria). Più di frequente si trovano dichiarati panni e tele, roba di corda, cannavazzi, certe volte legname, seta o cuoio (coirame). Un esempio è il rivelo in cui Francesco Flodiola dichiara sciroppi e pastiglie della sua spezieria (1636, faldone 953, fogli 157 r. - 158 v.).
Un ulteriore spunto di analisi risulta dall’indicazione tra i beni mobili di gioie, stoviglie e oggetti in metalli preziosi. Ad esempio, il medico Marco Gurreri, nel 1584 dichiara un bicchiere, un sottocoppa, una saliera e tre cucchiani d’argento. La dicitura maggiormente attestata per il XVI e il XVII secolo è “oro e argento lavorati” e, nello specifico, si trovano elencati anelli d’oro, tazze e posate d’argento. Talvolta nel secolo successivo si trova indicato il rame lavorato.