Il territorio

print this page

Come ampiamente dimostrato la lettura dei riveli consente di ricavare informazioni di vario genere. Per quanto riguarda la parte dedicata ai beni immobili, oltre ai dati sull’urbanizzazione del paese e sulle tipologie edilizie, è possibile studiare anche le indicazioni fornite in merito alla collocazione e alla tipologia dei terreni e ricostruire un’immagine abbastanza dettagliata delle principali coltivazioni presenti nel territorio di Castelbuono osservandone le variazioni nel tempo. Si sottolinea che, in fase di studio e di analisi dei dati rinvenuti,  per alcune contrade non è stato possibile individuare la localizzazione sulla mappa predisposta perché se ne sconosce la località oppure perché fuori mappa (a queste è stata dedicata una tabella tematica separata che è possibile scaricare attraverso il link in basso).

Per ogni contrada localizzata invece sono state compilate delle tabelle che registrano in dettaglio i dati raccolti dai documenti. 


Si tenga presente che, come già specificato per i dati urbanistici, anche i dati delle coltivazioni sono a tratti lacunosi. Nei primi due secoli esaminati i documenti registrano quasi esclusivamente ampie porzioni di territorio coltivate a viti e ulivi (misurate in migliaia) che dovevano caratterizzare il paesaggio agricolo intorno al centro abitato e una delle principali risorse della zona. 

In particolare la maggior parte degli uliveti e dei vigneti risulta localizzata nelle contrade Triayri, S. Elia, Vinzeria, Sirufo e Fiumara. A questi si aggiungono un aranceto nel quartiere di Terravecchia, rare coltivazioni di gelsi neri e alcuni canneti (per i quali non sono forniti dati relativi alle quantità o all’estensione), verosimilmente localizzati nei pressi di corsi d’acqua come lascia facilmente intuire ad esempio il toponimo acqua dolce

I frassineti e la produzione della manna

Nei riveli del 1748 accanto alle viti e agli ulivi (per i quali, come già detto, spesso è indicato il numero esatto) compaiono i frassini che ancora oggi sono una delle caratteristiche principali del territorio di Castelbuono. In particolare si tratta dei frassini dai quali si produce la manna, chiamati amollei o, più precisamente, amollei di ‘ntacca proprio per ricordare che era necessario incidere il tronco degli alberi per estrarre questa resina. La presenza di tale coltivazione è abbastanza omogenea sul territorio anche se la maggiore concentrazione di frassini si riscontra nelle contrade Vinzeria (22.713) e Frassani (il cui toponimo è verosimilmente connesso a questi alberi, anche se già documentato in precedenza). Per gli alberi della manna si utilizzava un sistema di misura basato su una giornata di lavoro, con sottomultipli di ore, secondo un sistema di calcolo esplicitato nel rivelo del 1 settembre 1756. La quantità di alberi che si poteva intaccare in un giorno variava sia in relazione alla morfologia del suolo, poichè su terreni scoscesi è più difficile camminare e lavorare, sia in relazione alla distanza tra un albero e l’altro. Generalmente una giornata di amollei comprendeva massimo 700-1000 alberi e un tumolo e un quarto di terra; tuttavia se gli alberi erano molto distanti l’uno dall’altro si potevano raggiungere i due tumuli. 


A partire dal XVIII secolo si elencano anche numerosi alberi da frutto piantati negli uliveti, nei vigneti o in giardini nel paese e ne indica spesso il numero esatto. 

La coltivazione di gelsi neri, probabilmente funzionale all’allevamento dei bachi da seta, diventa più frequente nel 1748 rispetto a quanto riscontrato nei secoli precedenti: se ne segnala la presenza nelle contrade  Mulini, (63), Pedagni (59) e Boscamento (36) ma marginalmente anche nelle contrade Vinzeria, Petraro e Mandrazza. A conferma di ciò nei documenti è annotata talvolta la presenza di “cannizzelli di nutricato”: delle strutture atte all’allevamento dei bachi da seta. Per i gelsi bianchi è registrata la presenza di un solo albero in contrada Comuni. 

Oltre ai gelsi si riportano anche altre coltivazioni, verosimilmente in gran parte per uso domestico: sono elencati numerosi peri, fichi e castagni; in esigue quantità sono presenti anche mandorli, aranci, noci, melograni, meli, prugni, albicocchi, peschi, ciliegi, azzeruoli e zorbi.

Allegati