Federico Zuccari, Porta Virtutis
print this pageDATA: 1581
RESTAURO: 2010
TECNICA: Olio su tela
DIMENSIONI: cm 159x112
INVENTARIO: INV. 1990 D 300
PROVENIENZA: Nel 1599 è registrata in un inventario urbinate. Risulta poi nella lista dei quadri portati in dote da Vittoria della Rovere nelle nozze con Ferdinando II de’ Medici (1637). Nel 1978 un quadro con questo soggetto fu venduto all’asta della villa Il Paradiso presso Pescia (PT). Successivamente nella collezione Camilla Bruschi d’Anna. Nelle collezioni della Galleria Nazionale delle Marche dal 9 ottobre 2007.
DESCRIZIONE: L’opera ha una storia articolata, infatti fu ideata da Federico Zuccari per vendetta, in seguito ad un torto subìto: nel 1578 l’artista ricevette dallo scalco papale Paolo Ghiselli l’incarico di realizzare una pala, che fu poi rifiutata dal committente stesso. Zuccari decise quindi di eseguire il cartone per un’altra opera, raffigurante la Porta Virtutis. La tela, ricca di riferimenti allegorici, ha come sfondo un arco trionfale, al centro del quale è rappresentata Minerva mentre schiaccia un mostro, l’Inscitia. Nel giardino, sullo sfondo, si riconoscono le Grazie e lo Spirito; in alto, l’Invenzione, il Disegno, il Colorito e il Decoro sorreggono in aria un dipinto bianco con la sola scritta "TABULA ZUCCARI". L’arco è decorato con personificazioni del duro lavoro e impegno dell’artista. In primo piano, a sinistra, è raffigurato un uomo nudo con orecchie d’asino, che personifica il falso intenditore d’arte, forse lo stesso Ghiselli; la figura è circondata da due personaggi, che gli mostrano una tavoletta, simboli di Adulazione e Persuasione e da una volpe e un cinghiale simboli di “ignoranza crassa”. Al centro l’Invidia si contorce tormentata dalle serpi; sulla destra, un altro satiro con i figli, che sputa fuoco, rappresenta il Ministro dell’Invidia. L’opera, nel suo insieme, vuole dunque celebrare la vittoria della virtù sul vizio. Oppure può essere interpretata come una rappresentazione del tema della calunnia, che, messa in circolazione da invidiosi e ignoranti, colpisce l’artista laborioso e diligente.