L'architetto: Antonio Marco Buttazzoni
print this page(Trieste, 26 aprile 1798 – Pollana (Slo), 10 agosto 1848) Antonio Marco Buttazzoni, nato da una famiglia originaria di San Daniele del Friuli, venne indirizzato dallo zio Francesco Coretti a lavorare presso lo studio dell’architetto Matteo Pertsch (Buchhorn, 1769 – Trieste, 11 aprile 1834) per quattro anni. Tra il 1817 e il 1823 prese lezioni di disegno all’Imperial Regia Accademia di Commercio e Nautica e successivamente si iscrisse all’Accademia di Brera. Tra il 1824 e il 1845 lavorò a Trieste dedicandosi quasi esclusivamente all’edilizia privata, dimostrando una predilezione per l’architettura di Andrea Palladio. Nel 1845 entrò a far parte e diresse la società delle costruzioni ferroviarie, ottenendo la delibera ai lavori nel tratto Lubiana – Steinbruk. Nel 1848 si ammalò di tifo e morì. La sua carriera è sintetizzabile in tre fasi: la prima in cui risulta essere molto legato agli studi accademici, la seconda in cui sviluppa un semplificazione dello stile neoclassico rendendolo meno ricco e una terza in cui declina tale semplificazione nella ripetitività geometrica, andando a superare lo stile che fino ad ora lo aveva contraddistinto. Buttazzoni realizzò nel 1824 Casa Vivante, sede del Caffè Tommaseo, ristrutturò Casa Scaramangà nel 1837 e, nel 1839, edificò Casa Stratti in Piazza Unità. Bibliografia essenziale |