Tra gli ultimi anni dell'Ottocento e i primi del Novecento, si vede una crescita del Comitato, non solo per quanto riguarda i soci, ma anche nell'impegno nell'organizzazione di iniziative di varia natura. A livello locale, per esempio, si adopera a finanziare la Congregazione della Carità, i dormitori pubblici, gli asili infantili, gli studenti poveri, gli Istituti Ospizi marini e rachitici e l'Infanzia Abbandonata. Questo tipo di promozione della Società servì infatti anche per una questione di immagine pubblica, infatti nel 1896 il Comitato, attaccato pubblicamente, trova come suo difensore il giornale Il Veneto.
Lettera-invito di A. Morelli, V. Crescini e |
Inoltre, grazie alle partecipazioni ai congressi nazionali, nel 1898, ricevette dal Comitato Centrale il diploma di benemerenza e al congresso di Siena del 1902, venne insignito della medaglia d'argento. Nonostante il Regno appoggi le iniziative della Società, sono i finanziatori privati a dare il maggior apporto, seguite dalle iniziative a pagamento organizzate dai vari comitati.
Morelli, a fine della suo mandato, ripercorre il suo operato. Il numero dei soci passa da 686 di inizio 1904, ai 1180 nel 1906.Il supporto locale diventa di vitale importanza e Alberto Morelli si era impegnato fin da subito per la fondazione del Comitato, chiedendo anche all'insigne patriota Alberto Cavalletto, suo cugino, di supportarlo; la lettera-invito qui presentata proviene dalle Carte Cavaletto (Serie 7, Epistolari, Fasc. A. Morelli), conservate presso l'Archivio Storico della Biblioteca Civica di Padova. Morelli, grazie al suo impegno, diviene presidente dello stesso nel 1904 fino al 1906. Sotto la sua presidenza nascono anche sub-comitati della Società come per esempio il sub-comitato di Cavarzere, la collaborazione con la Società Operaia e con la "Trento e Trieste". Durante la manifestazione di un gruppo di signore giuliane, dalmate, goriziane e trentine viene consegnato al Comitato, rappresentato da Morelli, il vessillo tricolore. La cerimonia si svolge nell'Aula Magna dellUniversità, dove vengono pronunciati due discorsi significativi, uno da parte di Scipio Sighele e l'altro da parte della contessa Ada Dolfin Boldù, in rappresentanza delle dame irredente. Nello stesso anno, a novembre, la Dante invece si occupa di organizzare al Teatro Garibaldi un comizio, tenuto il 20 novembre, dove intervengono oratori di tutto rispetto come i senatori De Giovanni e Veronese e l'on. Giulio Alessio. Infatti, a seguito degli scontri di Innsbruck, dove gli studenti italiani vengono osteggiati nell'iniziativa di creare un'università italiana subendo aggressioni, sorge a Padova un comitato di protesta di una certa rilevanza e la Società, che appoggia la protesta, organizza l'evento facendolo diventare una buona cassa di risonanza.
Elezione di Alberto Morelli, Rendiconti annuali del Comitato |
Il fiorire della Dante infatti ha portato non solo alla nascita di subcomitati, come quello di Piazzola sul Brenta, Camposampiero, Conselve e il già citato Cavarzere, ma anche alla nascita del Comitato delle Signore e la differenziazione tra soci ordinari e soci studenti. Infatti non erano solo professori, industriali e politici ma iniziarono ben presto ad aderire anche studenti dell’università, licei ed istituti tecnici. Esistevano inoltre soci perpetui, soci perpetui ad memoriam, ma anche soci di benemerenza che avevano ottenuto il diploma da parte del direttivo per il loro impegno. Oltre l'aumento dei soci, Morelli parla con soddisfazione anche di altre sue iniziative, come la festa ippica organizzata il giorno di San Marco, lo spettacolo teatrale "Lo scherzo di Carnevale" messo in piedi dal Comitato degli studenti della Dante, che ebbe così successo da essere replicato a Vicenza e Treviso, due proiezioni dantesche e le conferenze sul teatro con Gualtiero Tumiati e Alfredo Testoni.
Nel resoconto dell’anno 1914 viene ricordato dal presidente in carica Camillo Manfroni:
non può dimenticare che per merito di lui la cerimonia inaugurale, celebrata con grande pompa nell’Aula Magna dell’Università, assurse a notevole importanza politica e spezzò finalmente quel cerchio ostile di diffidenze, di sospetti di indifferenza, da cui l’opera nostra era circondata; non può dimenticare che da quel giorno una nuova e più rigogliosa vita ebbe qui in Padova la nostra Società.[…] chi, come me, ebbe l’onore di collaborare con Alberto Morelli nella presidenza del Comitato, sa quanta parte dei buoni risultati sia dovuta all’iniziativa sua personale, all’abilità con cui seppe superare gli ostacoli, all’amor grande della patria, che ispirò sempre tutta l’opera sua.
Manfroni continua nel suo discorso ringraziando la famiglia per il contributo alla cassa sociale e annunciando che Morelli è stato iscritto come socio perpetuo ad memoriam.