La seconda metà dell’Ottocento è attraversata da significativi cambiamenti che caratterizzeranno la storia del belpaese. La nascita del Regno d'Italia, avvenuta nel 1861, racchiude diverse situazioni problematiche: l’agricoltura che fino ad allora aveva sostenuto l’economia entra in recessione; lo squilibrio tra Nord e Sud si accentua; le terre irredente, ancora sotto il potere austriaco, protestano.
Particolare del frontespizio di R. Bonghi, |
Le difficoltà economiche danno una spinta all’emigrazione, che porta anche all'aumento di trasferimenti definitivi in paesi al di fuori dell’Europa. In questo momento di crisi finanziaria non sorretta da una lungimiranza economica, nel 1889 nasce a Roma la Società Dante Alighieri ad opera di Giosuè Carducci su invito dei patrioti triestini Giacomo e Felice Venezian, sorretta da un gruppo di promotori: Ruggiero Bonghi, Giuseppe Chiarini, Pasquale Villari ed Ernesto Nathan che si adoperarono per creare un programma che raccogliesse le idee che circolavano in ambienti diversi tra gli studiosi e politici di quel periodo.
R. Bonghi, Discorso inagurale al |
L’iniziativa prende forma e nasce con lo scopo di «tutelare e diffondere la lingua e la cultura italiana al di fuori del Regno». Per perseguire questo progetto si prevedono finanziamenti ad istituti scolastici e biblioteche, la diffusione di libri e pubblicazioni e la promozione di conferenze. Un programma complesso, portato avanti oltreconfine per essere presente dove gli italiani erano emigrati, ma anche nelle terre irredente dove assumevano i connotati di uno strumento di sostegno di un intervento politico e di rivendicazione. Qui confluirono personalità appartenenti ad altre società, come per esempio la Pro Patria. L'associazione trentina si batteva contro le 'persecuzioni austriache' e per questo venne sciolta nel 1890 dallo stesso governo considerato invasore. La Dante Alighieri è un nuovo tipo di società, che raccoglieva varie opinioni politiche e che fondava la sua immagine filo-istituzionale su un programma scolastico-educativo, unendole in un ambiente politicamente neutrale voluto da Bonghi. Egli scrisse in una lettera a Graziadio Isaia Ascoli:
dobbiamo vedere Italia dovunque vi sono Italiani. La Società Dante Alighieri non ha se non un fine di cultura davanti agli occhi, vuole l’incremento dell’Italianità dappertutto dove appare, e nelle diverse forme che appare, o poco o molto che sia.
La scelta del nome, Dante Alighieri, è ricaduta su di un poeta le cui opere erano conosciute al di là delle frontiere e serviva ad evocare la lingua, la genialità, la fede politica e religiosa non priva di critiche verso il potere temporale e la politica. Non a caso, il sesto centenario della nascita del Poeta era stato nel 1865 e fu celebrato come una grande festa unitaria, festeggiato con un sottinteso spirito patriottico anche in Veneto, Trentino, Venezia Giulia e Dalmazia.
Sotto questi auspici, il riconoscimento della Società e delle sue finalità, venne sancito dal Regio Decreto del 18 luglio 1893.