Montserrat Rosselló (Cagliari 1560 ca. – ivi 1613)
Giureconsulto e bibliofilo di origine maiorchina, fece probabilmente i primi studi nella Compagnia di Gesù, frequentò l’Università di Pisa dove risulta iscritto nel 1580 e si laureò a Bologna nel 1583. Tra il 1585 e il 1586 iniziò la carriera forense e nel 1596 fu nominato giudice della Reale Udienza, il massimo organo giudiziario e di consulenza amministrativa del Regno. Nel 1598 lo Stamento militare di Sardegna lo inviò a Madrid in qualità di sindich per fare approvare da Filippo II i capitoli del Parlamento convocato dal vicerè Gastone de Moncada, marchese di Aytona; successivamente fu nominato dal sovrano Visitatore Generale del Regno di Sardegna, carica che gli consentiva di attuare un controllo su tutti gli uffici viceregi, e probabilmente fu grazie a questo nuovo incarico, che gli permetteva di viaggiare, che la sua collezione di libri si arricchì di edizioni rare introvabili nell’isola. Con circa 4500 edizioni, quella del Rossèllò fu la più grande biblioteca privata dei secoli XVI e XVII e già nel 1594 Rossellò redasse un primo testamento seguito da un altro nel 1607 e nel 1613, con aggiunta di alcune modifiche, nel quale destinava i suoi beni ai Gesuiti di Santa Croce e una rendita di 25 ducati annui per acquistare altri libri con la clausola di apporre l'ex libris Monserrati Rossellò per non confondersi con le opere già presenti nel Collegio. Alla sua morte, avvenuta nel 1613, la sua Biblioteca passò ai Gesuiti di Santa Croce e, in seguito alla soppressione dell’ordine religioso attuata a partire dal 1773, l’intera sua collezione fu acquisita dalla Biblioteca Universitaria di Cagliari. Le opere a carattere religioso rappresentano la sezione più importante dell’intera raccolta ma anche le opere di diritto, sia civile che canonico, sono molto numerose; sono presenti classici greci e latini, testi filosofici, trattati di medicina, botanica, matematica e geometria, alcune opere poetiche di letterati sardi come Antonio Cano, Antonio lo Frasso e Gerolamo Araolla e importanti testi editi a Cagliari nella tipografia fondata nel 1566 da Niccolò Canelles. Della sua biblioteca, il cui inventario è conservato presso l’Archivio di Stato di Cagliari, ci sono pervenuti circa 2000 volumi.