«La città dove il Manichino viveva era una bella città dalle vie diritte, cosí che a guardarla dalle colline circostanti appariva simile ad un paziente disegno geometrico o a un'antica stampa. Nel centro della città la vita era animata e moderna, ma quella era soprattutto una città aristocratica, favorevole agli studi: ricca di Accademie, Biblioteche, Società di cultura».
(Lalla Romano, Una giovinezza inventata, Torino, Einaudi, 1979, p. 210).