Marina Contarini
In questa sezione, che presenta una selezione di testi di zoologia e biologia evolutiva, è ripercorribile l'evoluzione di studi e conoscenze che hanno caratterizzato queste discipline, oltre agli interessi scientifici dei docenti dell'Ateneo ferrarese. Molti dei testi sono da collegare al Prof. Mario Francesco Canella, che nell'ottobre 1945 si trasferì dall'Università di Bologna a quella di Ferrara con l'incarico di dirigere l'Istituto di Biologia e Zoologia generale, ospitato nella sede del civico Museo di Storia naturale e scuola di mineralogia, dove collocò la propria biblioteca personale. Questa sezione sulle forme di vita animali si apre tuttavia con il testo più noto di Carlo Ruini, Anatomia del cauallo (1618) della collezione dell'ex-Istituto di Anatomia. Testo fondamentale per l'editoria veterinaria e non meno importante per la pregevolezza delle splendide illustrazioni xilografiche sull'anatomia del cavallo fortemente influenzate dalle rappresentazioni anatomiche dell'uomo di poco precedenti. La collezione percorre gli ambiti di ricerca affrontati nel corso del XVIII secolo attraverso le opere dei più importanti naturalisti italiani tra cui Antonio Vallisneri, noto per avere abbandonato le teorie aristoteliche preferendo lo sperimentalismo galileiano; di lui viene esposta l'edizione delle Opere e in particolare della Istoria del camaleonte africano e i vari animali in Italia (1715) in cui spicca il ritratto calcografico dell'autore, oltre a numerose note manoscritte.
In contrappunto alla bellezza delle immagini anatomiche del cavallo troviamo le deformità dei protagonisti dell'epistola De monstris ac monstrosis quibusdam (1749) di Giovanni Bianchi, maggiormente noto per gli scritti di argomento medico e di concologia, come attesta la provenienza di questo esemplare dalla collezione dell'ex-Istituto di Geologia. Si prosegue con gli Opuscoli di fisica animale e vegetale (1776) di Lazzaro Spallanzani, considerato il padre scientifico della fecondazione artificiale e noto per avere confutato la teoria della generazione spontanea, come possiamo notare dalle immagini dell'edizione esposta. Ancora settecentesca è un'opera fondamentale per gli studiosi di biologia marina: la Zoologia adriatica (1792) di Giuseppe Olivi, uno dei più brillanti naturalisti italiani. Tra i testi ottocenteschi viene presentato il primo volume, legato con il secondo, delle Ouevres complètes (1858-1861) di Georges-Louis Leclerc, conte di Buffon, opera fondamentale per l'evoluzione degli studi naturalistici nella seconda metà dell'Ottocento e il cui autore, per le sue teorie sull'evoluzione, è considerato un precursore di Charles Darwin. Particolarmente suggestiva l'edizione inglese di Animal coloration (1892) dello zoologo Frank Evers Beddard, testo che si incardina nel dibattito del tempo sulla applicabilità della teoria darwiniana della selezione naturale. La sezione si chiude con il primo volume del saggio di Charles Robert Darwin The variation of animal and plants under domestication, che illustra anche la sua teoria sulla ereditarietà detta pangesi.