ACQUA: il Sacro

Pochi elementi hanno tanti valori simbolici quanti può vantarne l’acqua. Nella mitologia e nella religione, l’acqua è sempre presente come elemento sacro. L’acqua è dunque un simbolo potente, che assume significati differenti che riguardano sempre i momenti di passaggio più importanti dell’esistenza. È il simbolo per eccellenza della vita e quindi della fertilità, della rinascita e della purificazione e quindi della reversibilità di vita e morte (si pensi al simbolismo battesimale della rigenerazione). Elemento dalla forza misteriosa, in grado di trasformarsi continuamente, penetrando il suolo e la roccia con valenze infere e ctonie e nutrendo la terra sotto forma di pioggia. Per questi motivi, e per la sua naturale purezza, essa stessa è un oggetto di venerazione, tanto da essere messa sotto la protezione di particolari divinità, spesso femminili come le Ninfe, specie in quei luoghi dove scaturiscono le sorgenti, prossime alla selva e ai boschi.

Gli antichi scoprirono ben presto le innumerevoli proprietà curative di alcuni tipi di acque, quelle che noi oggi definiamo termali e salutari, utilizzate per guarire mali di vario tipo, da dolori articolari o muscolari a vere e proprie malattie, e si faceva dono alla divinità della parte del corpo malata (ex voto anatomici) per chiedere la “grazia” della guarigione. Alla base del meccanismo dell’offerta votiva, tuttavia, c’è qualcosa di superiore: vi è la richiesta d’aiuto da parte del fedele per ottenere protezione dagli dei, perché si ritiene che l’origine dei malanni possa essere divina o dovuta a cause misteriose, ma certamente note alle divinità, che assumevano quindi anche aspetti oracolari. L’entità superiore può intervenire in favore del fedele, che utilizza l’acqua sacra come mezzo per entrare in contatto con la divinità e ottenerne benefici.