L’AUTORE
Saverio Dioguardi (Rutigliano, 1888 – Bari, 1961), barese di adozione, è da ritenersi uno dei principali artefici della renovatio urbis cui si sottopose gradualmente il capoluogo pugliese in un arco temporale molto ampio, compreso tra il 1910 e il 1960, in cui si impegnò compiutamente dopo avere concluso il suo percorso formativo e culturale (1910–1925) che lo aveva portato a Roma, Milano e Verona. La storia culturale e professionale di Dioguardi si lega indissolubilmente alle vicende storiche di Bari – e alle vicende dell’impresa edile di famiglia che lo porteranno a valicare i confini dell’Impero africano (1935) – impegnata negli anni del Regime a costruire una propria identità di città moderna. Porta d’Oriente aperta a scambi commerciali, culturali, sociali che si attivarono anche grazie all’Inaugurazione della Fiera del Levante (1930) al cui disegno partecipò l’architetto stesso, con le proposte per la realizzazione dell’Ingresso Monumentale e numerosi progetti di padiglioni espositivi e, negli anni del Dopoguerra, al rilancio dell’edilizia privata e alla ricostruzione, proiettata al disegno di una città che si caricava di nuove speranze e si dotava di un’architettura “moderna”.
Figlio di Nicola e di Maria Romito, Saverio Dioguardi nasce il 5 novembre 1888 a Rutigliano, in provincia di Bari. Suo padre, scalpellino, gestisce insieme al fratello Domenico l'impresa edilizia paterna di capimastri muratori Giuseppe Dioguardi e figli. Nel 1893, con la morte del nonno Giuseppe, Nicola eredita l'impresa e ne muta la ditta in Nicola Dioguardi e figli. Intorno al 1895, alla ricerca di nuove opportunità lavorative, Nicola Dioguardi decide di trasferirsi con la famiglia a Bari.
Dopo avere trascorso la giovinezza in cantiere accanto al padre, dove apprende le pratiche lavorative ed affina la sua conoscenza dei materiali da costruzione, il 17 novembre 1909 Saverio Dioguardi parte per il servizio militare a Roma. Entra qui in contatto con i movimenti architettonici e culturali dell'epoca, di respiro internazionale. Nel 1910 è in armi a Verona, dove può approfondire lo stile floreale. Quando ne ha l'occasione, prende parte a concorsi pubblici; tra questi, il concorso per il monumento di Alessandro II a Pietroburgo del 1911 per il quale riceve, unico italiano in gara, il III premio per l'Architettura. Nel 1922 prende parte al concorso internazionale per la nuova sede del Chicago Tribune, misurandosi con architetti del calibro di Adolf Loos. Numerose opere sono raccolte nella prima opera autografa, Architettura Monumentale, pubblicata a Bari nel 1927, cui seguirà un secondo volume, intitolato Architettura (Bari, 1932).
Nel 1920 Saverio Dioguardi si sposa con Maria Blasutigh, nipote del celebre giurista Vincenzo Manzini; matrimonio da cui nascono quattro figli: Nicola, Eugenio, Giuseppe e Gianfranco.
Dal 1926, anno in cui consegue il titolo di architetto, si dedica alla conduzione della impresa edile paterna, dapprima affiancando il fratello Giuseppe dal quale si stacca definitivamente nel 1956, per fondare la impresa edile Saverio Dioguardi. La figura di Saverio Dioguardi si lega così indissolubilmente alla storia di una città nata sul mare che ridisegna la propria inconfondibile fisionomia in una moderna sagoma aperta sull'Adriatico.
Saverio Dioguardi muore improvvisamente a Bari, il 22 novembre 1961.

  • Fig.23 Foto di Saverio Dioguardi