Storia del Monumento
print this pageNella storia del 1922 si avverte una propaganda di “regime” tesa a manifestare un’impresa d’”onore”; ricordo dei morti gloriosi; segno di riconoscenza ai concittadini immortalati per la eroica vittoria finale; “tomba d’onore” per quei soldati che non tornarono a casa, nemmeno le salme. I paesi sentono da più parti il dovere di dare al paese un simbolo in cui si onorassero i gloriosi morti. Ed è in questa cornice storica, dove monumento significa “dovere,espiazione, ammonimento”, che si colloca la nascita dei Monumenti ai Caduti della prima guerra mondiale. Molti contadini dell’Italia meridionalesentirono forte il richiamo della Patria e, come centinaia di migliaia di ragazzi che partirono per il fronte, erano “capifamiglia” (chiamati anche “la luce di casa”), che lasciavano a casa moglie e figli, con la speranza di mettere “qualcosa da parte”, un po’ di gloria, qualche lira, un lavoro migliore, una carriera.
Nel territorio fasanese sicontarono 251 caduti tra Fasano e le frazioni di Pezze di Greco e Montalbano.
Al centro del Parco della Rimembranza, oggi ritroviamo il Monumento circondato da 251 alberi che furono piantati per caduti e combattenti dispersi, in occasione dell’inaugurazione.
Il Parco diventò un luogo di consacrazione della memoria e di quanti avevano offerto alla “santa causa” il coraggio e la vita, dove era solito incontrare le donne con il “fazzoletto nero” con il quale esprimevano il messaggio di “lutto” e di dolore condiviso. Le giovani donne fasanesi, e non solo, non avrebbero mai immaginato che dopo i mariti avrebbero pianto i figli uccisi sui fronti di guerra, o torturati, seviziati e privati di ogni dignità nei campi di schiavitù del Terzo Reich.
Il comitato
Nel 1922, quali il Comune, le associazioni, istituzioni e cittadini, uniti nella volontà di dare al paese un simbolo in cui si onorassero tutti i gloriosi morti; sicostituì un apposito “Comitato Cittadino” per la realizzazione del Monumento ai Caduti della Grande Guerra di Fasano.
La raccolta di fondi
Erigere un monumento ai caduti della prima guerra mondiale, oltre che impresa d’onore, comportava oneri finanziari. Fra le tante idee tese al recupero della somma necessaria, si ricorse ad una lotteria, in regola con l’autorizzazione del Prefetto (del 4 maggio 1923). La lotteria si svolse regolarmente con la straordinaria partecipazione del re Vittorio Emanuele III e di Benito Mussolini ,che donarono premi di prestigio (il re offrì un servizio da tavola per dolce e Benito Mussolini un servizio per liquori con vassoio in argento). Importante gesto fu anche quello del Sindaco, il quale inviò circolari per raccogliere le collette dei fasanesi sparsi nel mondo. Molte furono le donazioni da New York, giunsero bonifici per realizzare il monumento ai caduti anche da altri contribuenti compaesani residenti in Argentina (Boggia, 2007).
Dopo la raccolta fondi si poté indire la gara per l’aggiudicazione dei lavori senza concorso.La funzione del Comitato passò nelle mani del Consiglio Comunale, chiamato a sostenere le azioni per la concretizzazione del lavoro. Molti furono i bozzetti pervenuti a Palazzo Comunale, tutt’oggi conservati, fu nominata, quindi, una commissione di tecnici nelle persone dei pittoriDamaso Bianchi, Beniamino Bianco, Schiavone Ferdinando, e dagli ingegneri Giovanni L’abbate e Giuseppe Attoma.
La Commissione giudicatrice dei bozzetti del Monumento al Fante di Fasano, si era basato sul principio che “il Monumento deve rimandare ai posteri per la glorificazione della stirpe”, ispirandosi, quindi, no al singolo combattente ,ma ad una idea più grande e immortale.
La Commissione artistica esaminò,quindi,disegni e bozzetti, molti dei quali ancora oggi conservati presso la Biblioteca Comunale di Fasano, presentati:Vitantonio De Bellis da Bari, Giulio Cozzoli di Molfetta, Eumene Tomanisi di Carrara, Sacchi di Roma, Baffa di Galatina, Ara di Bari, Giuseppe Buono da Capurso, Bassi Antonio di Tranie Mario Sabatelli di Bari. Infine, la Commissione orientò la scelta finale fra due artisti: Mario Sabatelli e Antonio Bassi. I bozzetti di questi due artisti rispondevano meglio al criterio di selezione, ma a Sabatelli fu richiesto di apportare una modifica al bozzetto n. 1 perché il gruppo scultoreo doveva meglio rappresentare il concetto di “unicità di idea”.
Sabatelli presentò tre bozzetti, ma fu scelto il bozzetton.1 in cui era rappresentato: il Genio italico in armi cinto di corsaletto lorica, con elmo e mantello drappeggiato. Esso domina su una specie di monolito emergente da una ampia base a scalini e ripiani. Alla base del monolito è un gruppo che rappresenta il fante che parte per il campo. (Boggia, 1997)
Sabatelli e Bassi erano risultati entrambi idonei al conferimento del “nobile” incarico da parte della Commissione, ma tra i due, Sabatelli offrì un compenso più basso. Sabatelli fu scelto anche per la sua “sensibilità” e per il curriculum professionale, che gli permisero di superare gli altri colleghi.Il tutto fu registrato con una delibera del Comitato pro Monumento, e la data del 1 agosto 1923 può essere considerata la “prima pietra” per la posa in opera del Monumento, verbale che contiene tutti gli elementi contrattuali con lo scultore. Fra questi, fu richiesta la “plastica” del monumento e, in seguito, ci fu il passaggio di consegna dal Comitato al Consiglio Comunale ove il Sindaco dovette redigere il vero e proprio “contratto d’opera” con l’artista ( che prevedeva un periodo di 6 mesi per la realizzazione dello stesso, ma che in realtà non fu rispettato).
La scelta del luogo
La scelta del luogo dove “collocare” il Monumento, è legata al Sabatelli. Secondo l’artista, il luogo
adatto ad accogliere il “fante” era Largo Fogge (ovvero al centro del Parco della Rimembranza,
progettato nello stesso periodo dall’ingegner Signorile Bianchi).
La motivazione “sentimentale” di Sabatelli, viene qui riportata: “un altare, un tempio, un ricordo
qualsiasi in onore ai Caduti,meritava una collocazione austera e ben lontana dalle feste e dalle trattative d’affari d’ogni genere” (Boggia G, 2007). Un punto di vista che mise tutti d’accordo, e Largo Foggerisultò il luogo idoneo ad accogliere il Monumento, anche perché, quasi contemporaneamente, nelle immediate vicinanze, stava sorgendo il palazzo delle scuole elementari intitolato a Collodi.
L’inaugurazione
Il Monumento fu inaugurato con rito solenne ed austero. Ce lo raccontano due giornali dell’epoca,
come “il Giornale di Brindisi” del 26 maggio 1927, (Boggia, 2007).
L’inaugurazione avvenne in concomitanza di quella del Parco della Rimembranza, ovvero il 24 maggio 1927, alla presenza delle autorità provinciali civili ed ecclesiastiche