Mole Vanvitelliana

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CENNI STORICI

Pensato come struttura polifunzionale a supporto delle attività del porto franco, il complesso viene costruito da Luigi Vanvitelli su incarico di Papa Clemente XII, nel panorama della ristrutturazione portuale avvenuta a partire dal 1732.

I lavori di questa grande costruzione, iniziati nel 1733 vengono ultimati nell’arco di un decennio, ma già nel 1737 esso è parzialmente in funzione.

Considerata la sua posizione a ridosso del porto e il suo isolamento rispetto alla zona abitata, esso doveva assolvere una pluralità di scopi: da quello militare a quello sanitario, quale magazzino per la quarantena delle merci e lazzaretto per i naviganti approdati in città.

Formato da cinque edifici disposti a pentagono attorno alla piazza dalla stessa figura, presenta al centro una cappella dedicata a San Rocco (protettore dei malati di peste), la cui totale apertura consentiva di assistere alla celebrazione dei riti liturgici rimanendo all’interno delle stanze, evitando così qualunque rischio di contagio. Attorno ai cinque edifici, a quota inferiore a quella della piazza, correvano ampi spazi detti le strade, a livello delle quali si aprivano i magazzini per le merci e sopra di essi, con ingresso dalla piazza, erano ubicati gli alloggi per le persone in quarantena. Gli edifici e le strade, protetti dal mare, erano resi inaccessibili dall’esterno da un’alta e solida muraglia, con garetta in corrispondenza dei vertici del pentagono.

Due porte, una di fronte alla linea di costa e l’altra perpendicolare alla stessa, permettevano l’accesso dal mare: la prima per le persone e l’altra per le merci. Di queste, la porta principale che guarda verso la città è realizzata in bugnato di pietra d’Istria e reca sopra il portale lo stemma del pontefice incorniciato da due delfini e sormontato da una conchiglia.

Accanto ai compiti strettamente sanitari il lazzaretto assolveva anche una funzione militare. Infatti la forma pentagonale dell’organismo architettonico permetteva di combattere su tutti i fronti, senza lasciare spigoli morti e mal difendibili. Vi era inoltre un rivellino con pianta a “V” munito di quattro feritoie per cannoni a lato la cui batteria si collegava al sistema difensivo della città verso sud.

Vanvitelli, conciliando esigenze di ordine pratico con ragioni di carattere artistico, fonde armonicamente funzionalità e robustezza con leggerezza ed eleganza delle forme.

Nel 1860 la Mole Vanvitelliana diventa una caserma militare, poi, nel 1884 una raffineria di zuccheri fino a trasformarsi nel 1947 quale sede della manifattura dei tabacchi di Ancona.

Oggi, dopo un lungo restauro, è divenuta sede di mostre d’arte ed eventi culturali.