Loggia dei Mercanti

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CENNI STORICI

La costruzione, del XV secolo, è legata ad uno dei periodi di maggiore prosperità della città dorica, caratterizzato dall’aumento dei traffici, dal potenziamento del porto e dalla presenza di accorti e abili mercanti. Esso è dunque, in qualche modo, la testimonianza dell’operosità cittadina e specchio di questo fiorente periodo. Presentandosi infatti come un’aula aperta sia verso la strada che verso il mare doveva facilitare le contrattazioni relative ai beni portati dai mercanti.

Già dagli Atti Consiliari del 1392 risulta la volontà di costruire la struttura che viene però edificata nel 1442. L’iniziale esecuzione, attribuita all’architetto Giovanni Pace detto Sodo, è proseguita nel 1451 dal maestro Giorgio di Matteo da Sebenico. Quest’ultimo organizza la facciata, terminata nel 1459, secondo equilibri e proporzioni ordinate in cui le spinte verticali e orizzontali si bilanciano in una soluzione che trova slancio ascensionale solo nel coronamento composto dalle quattro cuspidi esagonali. Alla base si trovano tre arcate a sesto acuto, oggi chiuse con lunette e portali, a differenza del progetto originario. Infatti il monumento inizialmente non si presentava così com’è attualmente, ma piuttosto come un aula aperta, dove anche le tre bifore, oggi chiuse, erano una fonte di luce: dunque una vera e propria loggia, nella sua esatta accezione.

La presenza dell’uomo a cavallo, simbolo della città, posto tra due pannelli sui quali vi è scritto “Sumpibus erectum” e “Comunitatis Anconae”, e le quattro statue di Virtù (Speranza, Fortezza, Giustizia, Carità) evidenziano il carattere laico del palazzo che appunto è stato costruito per volere della comunità.

In seguito ad un gravissimo incendio nel 1556 viene ricostruito, ad opera di Pellegrino Tibaldi, l’interno dell’edificio, originariamente su due piani, modificandolo in un unico grande locale.

Oggi è di proprietà della Camera del Commercio di Ancona, che la acquistò dallo Stato nel XIX secolo.